La Comunità del Medio Friuli in liquidazione dopo tre mesi

MERETO DI TOMBA
La Comunità del Medio Friuli passerà alla storia, nella riforma regionale sull’assetto degli enti locali, per la sua breve vita: solo tre mesi. Nata l’1 gennaio 2021 fra Basiliano e Mereto di Tomba per trasformazione dell’Uti Medio Friuli, è in liquidazione dall’1 aprile. Non avendo infatti aderito altri Comuni, le amministrazioni dei sindaci Marco Del Negro e Claudio Violino hanno deciso di chiudere l’ente, che avrebbe troppo pesato sui bilanci comunali soprattutto per il carico dei cinque dipendenti ex Uti, che verranno ricollocati in altri altri municipi. Ritornano così in capo ai due Comuni le funzioni associate di polizia locale, informatica, gestione del personale, pianificazione sovracomunale e programmazione europea.
Il dibattito non era mancato, soprattutto a Codroipo, riguardo la difficile nascita della nuova rappresentanza territoriale di area vasta per i Comuni del Medio Friuli, che già condividono l’Ambito distrettuale sociosanitario (ne fanno parte Basiliano, Bertiolo, Camino al Tagliamento, Castions di Strada, Codroipo, Lestizza, Mereto di Tomba, Mortegliano, Sedegliano, Talmassons, Varmo), i servizi dell’Asp Daniele Moro (con la casa di riposo e molto altro, che tutti gli 11 Comuni hanno confermato in delega), il Progetto integrato cultura, la Scuola territoriale per la salute, molte convenzioni condivise per funzioni varie.
L’omogeneità culturale, storica ed economica del territorio attorno al capoluogo naturale, Codroipo, oltre alla necessità di condividere i servizi, soprattutto per i comuni minori, e di fare massa critica nei confronti della Regione, parevano elementi favorenti la formazione della Comunità Medio Friuli. Però qualcosa è andato storto. «In un incontro, a Castions di Strada, tutte le 11 amministrazioni, su sollecitazione del sindaco di Codroipo Fabio Marchetti – ricorda il sindaco Violino, che di questo primo nucleo era presidente –, si erano dette in linea di massima favorevoli alla Comunità. Su 17 Uti che venivano smantellate, 14 hanno scelto di trasformarsi in Comunità, così hanno fatto pure Mereto e Basiliano. Era conveniente, infatti, avere già una base istituzionale e un gruppo di dipendenti, quelli assunti dall’ex Uti, in modo da non partire da zero». L’idea piaceva anche alla giunta di Codroipo che ha deliberato l’indirizzo favorevole all’ingresso nella Comunità. Ma la maggioranza consiliare non ha dato appoggio a Marchetti e gli 11 sindaci ci hanno ripensato: decisione dall’alto, troppa fretta, costi non convenienti, timore dei piccoli Comuni di essere fagocitati nel maxi-ente. Questi i motivi dichiarati, ma più di qualcuno giura che c’è dell’altro. «Le vere cause – dice Violino – sono di ordine politico ed elettorale. Legittime, ma di bassa levatura». Si sussurra di una operazione di resa dei conti nel centro destra a livello regionale dopo l’adesione a Fdi di Marchetti, e di un diktat dall’alto di non favorirne la visibilità. Più diplomatico Del Negro: «Sono rammaricato: ribadisco l’importanza di una rappresentanza di area vasta per il Medio Friuli, vantaggiosa per economie di scala e specializzazione delle competenze. Bisognava avere coraggio». —
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