La Coldiretti Fvg accusa: la Regione è assente

Il presidente Ermacora chiede un confronto vero, «non tavoli inutilmente affollati»
UDINE.
«Da troppo tempo le imprese agricole non hanno un reddito sufficiente e questo indipendentemente dalla crisi. La realtà è sotto gli occhi di tutti, le analisi ci sono ma i fatti sono pochi. Occorre un confronto serio con la Regione, non la convocazione di tavoli troppo affollati nei quali non si affrontano le questioni. Servono risorse, soprattutto per le imprese che hanno fatto investimenti, e servono riforme a costo zero». Non è affatto tenero il presidente di Coldiretti Fvg, Dario Ermacora, nei confronti della Regione, all’assemblea organizzata, ieri, nell’auditorium della Fiera di Udine (quasi 500 presenti).


Al suo fianco, oltre il presidente nazionale di Coldiretti Sergio Marini, il presidente della Regione Renzo Tondo, l’assessore all’agricoltura Claudio Violino e i consiglieri Enzo Marsilio, Ugo De Mattia, Enio Agnola e Franco Baritussio. «Sappiamo – ha aggiunto Ermacora introducendo il convegno «Una filiera tutta agricola tutta italiana» – che le risorse sono poche, ma ci sono riforme, come quella della struttura burocratica regionale che non costano. Allo stesso modo occorre che anche la cooperazione, che ha dato moltissimo in passato, ritrovi lo spirito originario, quello di essere a servizio delle imprese agricole, e si riorganizzi».


Un passaggio sugli Ogm, vicenda che ha posto il Fvg sotto i riflettori nazionali come esempio negativo soprattutto per le troppe incertezze delle istituzioni, uno sulla promozione dell’agroalimentare («manca ancora un progetto nato dal confronto con gli attori strategici») e infine un richiamo all’istituzione di un Organismo pagatore («il Fvg è una delle poche regioni a non averlo») prima di dare la parola al presidente della Regione Renzo Tondo che, spiegata la politica di contenimento della spesa, di sostegno a chi ha perso il lavoro e di rilancio alle opere infrastrutturali «come mai nel passato», ha accolto l’invito alla concretezza di Ermacora: «C’è una sensazione di disagio – ha detto -, ma con Coldiretti abbiamo la possibilità di fare un buon lavoro. Siamo pronti ad un confronto serrato, ad incontri anche mensili, anche se bisogna capire che il mondo è cambiato per tutti e non ci sono più le risorse di un tempo. Ma se andiamo sul concreto, cioè sulle cose che si possono fare, allora potremmo fare dei passi in avanti».


«Coldiretti – ha replicato a Tondo il presidente nazionale Sergio Marini – s’è accorta da qualche anno che il mondo è cambiato ed ha cominciato a elaborare soluzioni e nuovi progetti partendo dalle esigenze delle imprese; il problema vero è che il mondo politico non l’ha capito neanche oggi che il mondo è cambiato. Ma noi – ha aggiunto – più che tanto non ci preoccupiamo perché abbiamo capito che i nostri problemi non stanno solo dentro la politica, ma stanno soprattutto dentro il mercato, nella filiera. Ci sono due furti in Italia: quella dell’identità dei nostri prodotti e della filiera. La vendita di prodotti agroalimentari spacciati per italiani vale 20 miliardi di importazioni l’anno, 4 volte il valore della Pac. La dieta mediterranea è stata considerata patrimonio dell’umanità ma chi ci guadagna se su un euro di spesa sono 17 centesimi vanno al contadino? Come superare i furti d’identità e della filiera? Con l’etichetta, con la trasparenza».


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