«La Casa della musica intitolata a Elisabetta? Magari, ma sia un luogo d’aggregazione e amore»

l’iniziativa
bruno oliveti
Il ricordo di Elisabetta Imelio affidato a Marco Salvador, di comune accordo con Daniela Quattrone nell’ultima seduta “virtuale” del consiglio comunale, e la proposta avanzata da Mario Bianchini di intitolare alla musicista la Casa della musica che sorgerà in piazza della Motta, hanno profondamente toccato e commosso Federica, l’inseparabile sorella della musicista scomparsa lo scorso 29 febbraio, all’età di 44 anni, cui è rimasta accanto sino al suo ultimo respiro.
«Mi è venuto da piangere – afferma – immaginando il mio nipotino Jacopo entrare un giorno in quell’edificio, scoprendo che porta il nome della sua mamma. Ho detto a Salvador e Bianchini, ringraziandoli, che mia sorella non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere. Umile e schiva com’era, per lei e per noi sarebbe un regalo meraviglioso. Però dovrebbe essere un luogo particolare, libero da liti e beghe politiche, un simbolo d’amore e aggregazione per tutti. Allora sì che rappresenterebbe bene Elisabetta, e col suo nome anche tutte le altre mamme che sono state costrette dalla malattia a lasciare i loro bambini. Sono convinta che lei vorrebbe questo, perché mia sorella non ha mai voluto brillare per se stessa, voleva farlo assieme agli altri. Non ha mai cercato la fama, bensì i buoni sentimenti, e la malattia ha acuito questa sua caratteristica. La musica per lei era un modo per comunicare, un lavoro che faceva con passione per arrivare agli altri. Non ha mai amato la politica perché, diceva, “rende brutte le persone, anche quelle belle”».
La Casa della musica, dunque, come un luogo dell’intera città, senza distinzione alcuna. «Se dovesse essere intitolata a Elisabetta – spiega ancora la sorella – vorrei che fosse così, un posto pulito, puro, di comunicazione trasversale, di serenità. Un po’ come lo erano i concerti dei Prozac+ e dei Sick tamburo, in grado di avvicinare tutti i gusti musicali, le età e i ceti sociali con i loro messaggi. Tutte cose che cominciamo a vedere anche in Jacopo, suo figlio, che a 8 anni ha già la musica nel sangue e il talento di riuscire a suonare subito, a modo suo, ogni strumento che tocca. Del resto ha pure uno “zio” speciale come Gian Maria Accusani...».
La Casa della musica è la struttura che sorgerà nell’edificio della vecchia biblioteca: il cantiere è stato aperto il 4 maggio e i lavori dovrebbero essere ultimati «entro 12 mesi – rivela l’assessore comunale al Patrimonio Walter De Bortoli –. Sarà un luogo eccezionale, suddiviso in tre piani, ad alto tasso tecnologico, studiato nei dettagli per una produzione di musica ad alto livello. Sui tre piani e in 14 stanze darà spazio alle scuole musicali, ospiterà due studi di registrazione e una sala audizioni con 99 posti a sedere, utilizzabile anche per eventi di altro genere, come incontri e presentazioni, il tutto conservando la bellezza dell’edificio, affacciato su una piazza che sarà rinnovata, nel cuore di Pordenone. Un progetto bellissimo e complesso, per una struttura della quale da tempo la città sente la mancanza. L’idea di intitolarla a Elisabetta è sicuramente una bella idea, che andrà naturalmente valutata». —
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