La camiciaia di Udine sud

Nella sua casa di via della Madonnetta, ieri, anche Silvia Bogaro ha compiuto 100 anni. Lei la memoria vivente del quartiere è la sola che può ricordare che la statua di Sant’Antonio situata nella navata della chiesa del Cristo si trovava in una camera sopra l’osteria “Al ferroviere”, oggi “Da Checo”. La statua fu donata alla chiesa dagli zii di Silvia, allora proprietari dell’osteria. È sempre lei a ricordare Gino Brizzolari, pilota acrobatico della squadriglia di Fougier, quando sorvolava via della Madonnetta e lanciava un piccolo paracadute con un sacchetto di caramelle.
Silvia è nata tre mesi dopo la scomparsa del padre Silvio, caduto in guerra sul Monte Novegno. I Bogaro (già Zbogar) provenienti dal mondo slavo alla fine del Seicento li troviamo nei Casali Mantica a Trivignano Udinese. Nella seconda metà dell’Ottocento si trasferiscono a San Giovanni e poi a Udine. Silvio sposa Angelina Pravisano e dal matrimonio nascono quattro figli. Rientrata da Firenze dove aveva trovato rifugio durante la guerra, la famiglia Bogaro si stabilisce in via della Madonnetta. Tempi durissimi durante i quali Silvia impara il mestiere di camiciaia nella Camiceria Bolognese. Le piacciono le gite in bicicletta e nutre un grande amore per la musica. Compra un violino e per tre anni è allieva del maestro Ciriani. Nel 1942 si sposa con Adolfo Chiavatti, impiegato del Ministero dell’interno, che è di famiglia abruzzese. Nel 1943 Silvia affronta il secondo esodo della sua vita e si trasferisce con il marito e la figlia Anna Maria di sei mesi in Abruzzo. Lì nasce Renato, il suo secondogenito, oggi perito elettronico negli Usa. Ieri la famiglia si è riunita nella vecchia casa di pietra di via della Madonnetta per festeggiare i 100 anni di Silvia. Tanti auguri.
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