La bolletta non arriva ma la diffida è puntuale

Tutto in una volta: il sollecito per il mancato pagamento di una fattura e la raccomandata della diffida legale per insolvenza. E la relativa bolletta non gli è mai stata recapitata. È il caso accaduto a Stefano Monti, residente in via Candiani «a soli 100 metri dall’ufficio postale», sottolinea. Ieri mattina l’uomo ha ricevuto una raccomandata dall’Eni, datata 4 novembre, e contestualmente la lettera, sempre dell’Eni, del 14 ottobre: quest’ultima era relativa a un sollecito di pagamento per una fattura di 60 euro, da saldare entro il 24 ottobre.
Data, naturalmente, che non ha rispettato perché la bolletta non gli è mai stata recapitata. E ieri un’altra comunicazione, questa volta più perentoria di «diffida legale per insolvenza» in cui la società invita a provvedere al pagamento «con la massima sollecitudine», altrimenti saranno avviate iniziative «che potranno condurre alla sospensione della fornitura e alle azioni di recupero del credito» si legge nella lettera. E le maggiori spese rimangono a carico dell’utente.
L’uomo ha provveduto immediatamente a pagare quanto dovuto e l’ha comunicato all’Eni, non mancando inoltre di osservare «il profondo rammarico sia per una mancanza evidente delle Poste Italiane nello svolgere il loro compito ordinario e sia dell’Eni gas e luce che tratta i propri clienti con una mancanza di tatto che andrebbe rivista: magari prima di inviare una diffida legale sarebbe il caso di contattare il cliente via telefono o via e-mail».
E ha sottolineato un altro aspetto. «Per favore non venitemi a parlare di domiciliazione – afferma – io ho sempre inteso pagare le mie bollette e continuerò a farlo tramite l’utilizzo dei bollettini postali, visto che è mia facoltà scegliere tale tipo di pagamento».
Contattato telefonicamente, Stefano Monti ha ribadito che questo non è l’unico caso di problemi con la posta. «Ogni mese mi segno le spese della carta di credito e mi ricordo di pagare per tempo, perché se aspettassi l’avviso dalla posta sarei sempre in ritardo – spiega –. Io comunque non do colpe a nessuno, ritengo si tratti di una serie di concause. La data di scadenza della bolletta è di fine settembre, quindi probabilmente doveva arrivarmi in periodo di ferie. E non mi è mai arrivata. Però non ritengo giusto che debba sobbarcarmi i costi aggiuntivi per un disguido che non dipende da me. E soprattutto non mi è piaciuto l’approccio di Eni che non ha cercato di capire se ci fossero problemi alla base del mancato pagamento». –
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