La Bassa piange l’archeologo Canciani, stroncato da un malore

SAN GIORGIO DI NOGARO. Non era un archeologo professionista ma molti del suoi ritrovamenti sono ancora esposti nei musei di Trieste, Udine e Aquileia.
Aveva collaborato con i professori Serena Vitri e Paola Lopreato della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, sotto la cui guida sistemava, catalogava e consegnava il prezioso materiale dell’età del ferro, degli insediamenti paleo-veneti, armi e utensili che lui, appassionato ricercatore di reperti archeologici, trovava nelle campagne di San Giorgio, Carlino e Porpetto.
Luigi Canciani “Gigi Batistel”, è mancato nella notte tra giovedì e venerdì, a causa di un improvviso malore, nella sua abitazione di via Palmanova, a San Giorgio di Nogaro. Aveva 94 anni. Lascia la moglie Stefania e i figli Paola e Sergio.
Il presidente dell’associazione per la ricerca archeologica “Ad Undecimum”, Lodovico Rustico, ricorda: «Luigi era una persona molto conosciuta tra gli appassionati di storia locale e in particolare di archeologia.
Era sempre disponibile a collaborare alle diverse iniziative che anche l’associazione Ad Undecimum ha messo in campo con le ricerche sulla Motta di Foghini e non solo.
Grazie alla sua dedizione e conoscenza del territorio la storia del nostro paese e dei comuni limitrofi si è certamente arricchita di informazioni e materiali, che senza la sua passione si sarebbero persi per sempre. Per questo desideriamo anche noi, in questa triste circostanza, ricordarlo con affetto e riconoscenza».
Canciani, la cui famiglia era originaria di Torviscosa, iniziò la sua vita lavorativa come fattore della famiglia nobiliare sangiorgina dei Bianchi Miani. C’è ancora chi si ricorda di quando gareggiava con il cognato Toni Sguassero nel portare dal cortile al granaio, sulla schiena, sacchi di frumento da oltre un quintale.
Dopo un breve periodo come muratore con la Rizzani, fece un concorso per entrare in ferrovia e divenne responsabile della squadra rialzo nel compartimento di Trieste, dove restò fino alla pensione.
Coltiva due grandi passioni: la ricerca archeologica e la raccolta dei funghi, passioni che, come racconta il nipote Eliano Sguassero, ha insegnato a tutti i numerosi nipoti.
Ma la ricerca ce l’aveva nel sangue, tanto da aver raggiunto una tale competenza da essere chiamato come esperto anche dalla Soprintendenza regionale dei musei, da studiosi e da ricercatori.
Con orgoglio amava raccontare di quando, a Carlino, aveva trovato materiale dell’età del ferro e alcune ceramiche di insediamento paleo-veneto di ottima fattura o delle punte di freccia di selce e ossidiana che uscite da alcuni terreni di Porpetto ma anche degli strumenti dell’età della pietra, del neolitico, come fogliati, raschiatoi, lame e bulini.
Ritrovamenti effettuati rubando ore ai momenti di riposo. Luigi Canciani era una persona semplice e solare, un uomo colto, diventato un punto di riferimento per l’archeologia della Bassa friulana. Il funerale, nel rispetto della normativa anti contagio, si terrà nei prossimi giorni. —
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