La banda delle ville a casa Fantoni a Gemona: spariti valori per 200mila euro

Il colpo domenica sera mentre la famiglia stava cenando. I ladri hanno forzato una finestra e poi hanno preso soldi, gioielli e un’Audi A8

GEMONA. Incuranti della presenza di tutta la famiglia, riunita per la cena di domenica sera, i ladri sono entrati a villa Fantoni, a Gemona e, con un’azione fulminea, sono riusciti a portare via valori per circa duecentomila euro, tra gioielli, qualche somma in contanti e un’Audi A8.

Solo pochi giorni fa, i primi di novembre, in piazzetta Giuseppe Vale, a pochi metri dalla villa della famiglia Fantoni era comparsa una stella contenuta in un cerchio disegnata con lo spray rosso. Un simbolo proveniente dal passato, dagli anni di piombo. Un segno cui comunque gli investigatori non avevano attribuito significati specifici.

Sul colpo messo a segno l’altra sera stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Tolmezzo e, in particolare, i militari della stazione di Gemona che hanno anche effettuato un sopralluogo all’interno dell’abitazione insieme agli esperti del Nucleo investigativo.

Gli investigatori sono al lavoro per capire come si siano mossi, fuori e dentro la villa, i banditi. Secondo una prima ricostruzione, hanno dapprima forzato una finestra posta su un lato della casa, sono entrati e si sono diretti verso le camere, dove hanno trovato i preziosi.

Nelle stesse stanze hanno anche adocchiato anche borse e cinture firmate o, ovviamente, hanno preso pure quelle. Su una mensola, infine, hanno notato anche le chiavi dell’auto di pregio e non hanno esitato a utilizzarle. Si sono quindi diretti verso il garage e in pochi istanti sono spariti con la vettura di lusso.

E quello messo a segno domenica sera a Gemona non è che l’ennesimo furto compiuto da ladri dalle elevate capacità criminali. Persone che agiscono a colpo sicuro, senza preoccuparsi di sistemi antifurto e nemmeno della possibilità di incontrare le persone che vivono nelle case che loro vogliono svaligiare.

È infatti proprio questo ultimo aspetto che inquieta di più la popolazione. Certo, essere privati delle proprie cose e magari di importanti ricordi di famiglia fa arrabbiare, è uno choc che dura nel tempo. Ma trovarsi faccia a faccia con malviventi incapucciati e spesso “armati” di arnesi da scasso è ancora peggio.

È quanto è successo, per esempio, circa tre settimane fa alla titolare di una fioreria a Moruzzo, in via Ceresetto. Un bandito ha atteso il suo rientro a casa, dopo il lavoro, verso le 20.30. Era appostato sul portone di ingresso, al buio e aveva un passamontagna. Appena ha visto l’automobile della donna è entrato in azione: le ha rotto il finestrino dal lato passeggero e ha afferrato la borsetta. «Ora vivo nel terrore» aveva raccontato la vittima.

In ottobre un altro furto da circa duecentomila euro era avvenuto a Pagnacco, in via Castellerio, a casa di un imprenditore nel settore del vino. Quella stessa sera – sabato 10 – è stata assaltata anche la dimora udinese di una famiglia attiva nel settore alberghiero. E ancora, pochi giorni dopo, la casa di un commerciante. Sempre per decine di migliaia di euro di danni. C’erano stati colpi anche a Tricesimo e Tarcento, con allarmi neutralizzati e casseforti e muri sventrati.

Gli investigatori ora stanno cercando di capire come i banditi abbiano scelto queste abitazioni risultate - ad eccezione di quella di Tarcento - senza antifurto o con l’impianto momentaneamente inattivo. È possibile che, almeno in alcuni casi, abbiamo semplicemente suonato dapprima il campanello e poi, non ottenendo risposta, siano entrati. Ma non si può nemmeno escludere che abbiano tenuto d’occhio le loro “vittime”. Ci si chiede, inoltre, se gli imprenditori derubati abbiano qualcosa in comune o se di recente nelle loro case siano entrate persone sospette.

Nell’ultima settimana i carabinieri hanno arrestato ben due “batterie” di ladri. Dapprima quattro nomadi (tra cui un minorenne) provenienti da Latina che avevano preso di mira una casa di Tricesimo. E, un paio di giorni dopo, altri due nomadi, stavolta udinesi, colti in flagranza in un’abitazione di Beivars. Ma evidentemente altre formazioni sono ancora attive.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto