La Banca di Vicenza cerca nuovi investitori, pronto il “paracadute” Atlante

UDINE. Che l’aumento della Banca Popolare di Vicenza fosse un’operazione in salita non era in discussione. Ma a meno di due giorni dal termine per raccogliere le adesioni l’obiettivo della Borsa si fa sempre più distante e la prospettiva di gravare sulle spalle di Atlante sempre più concreta. Il “paracadute” del fondo gestito da Questio e partecipato da banche, fondazioni, assicurazioni e Cdp è quasi pronto ad aprirsi.
La Bce e la Banca d’Italia hanno autorizzato la Sgr a rilevare una partecipazione superiore al 50% dell’istituto berico. Mentre la Consob ha escluso l’esistenza di un obbligo di Opa nel caso in cui Atlante superasse il 30% del capitale. In tal caso il fondo beneficerebbe dell’esenzione da “salvataggio”, in quanto l’aumento è stato richiesto dalla Bce per evitare la risoluzione della banca.
A Quaestio manca così solo il disco verde dell’Ivass, l’authority sulle assicurazioni, dopodiché l’iter autorizzativo sarà concluso. I tasselli si sistemano mentre il collocamento dell’aumento non decolla. Sul finire della missione londinese del ceo Francesco Iorio la domanda da parte degli investitori istituzionali rimane bassa, ben lontana da quel 25% di flottante necessario per l’ammissione a Piazza Affari.
E anche allo sportello le cose non girano: nella rete della banca - che insieme a Unicredit colloca le azioni tra il pubblico indistinto - le sottoscrizioni di clienti e soci proseguono a rilento, con meno di 2 milioni di euro di ordini su un totale di 375 milioni di euro di azioni riservate al retail. Iorio resterà a Londra anche oggi per un ultimo giro di incontri, nel tentativo di convincere altri investitori a puntare sul rilancio della banca in vista della chiusura del book, prevista per giovedì alle 13.
Senza un flottante adeguato, Borsa Italiana non potrà ammettere la BpVi a Piazza Affari e il fondo Atlante, subentrando a Unicredit, si farà carico dell’intero aumento di capitale, evitando che la banca finisca in risoluzione con effetti destabilizzanti per tutto il sistema e rischio di perdite per obbligazionisti e depositanti sopra i 100 mila euro.
Oggi sarà un giorno importante anche per Banca Carige, con l’amministratore delegato Guido Bastianini e il presidente Giuseppe Tesauro che andranno a Francoforte per confrontarsi con la Bce sulle richieste della vigilanza. L’Eurotower ha chiesto a Carige di presentare entro fine maggio un piano industriale aggiornato e un piano sulle opzioni strategiche.
È probabile che i vertici, in carica da un mese e mezzo, chiedano più tempo alla Bce, approfittando anche della novità rappresentata dalla nascita di Atlante. Tra le missioni del fondo c’è infatti quella di acquistare crediti deteriorati a prezzi meno penalizzanti rispetto a quelli di alcuni operatori del settore.
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