Isola spartitraffico, ma se c’è il postino si bloccano le auto

La polemica a Porcia per la strada che arriva dall’A28. Il portalettere parcheggia e in curva si crea il “tappo”

PORCIA. Non sono soltanto gli attraversamenti pedonali rialzati a suscitare polemiche sulla circolazione stradale delle vie Fontana, Laghi e Repolle.

A creare non poche perplessità e situazioni di oggettivo pericolo sono anche le tre nuove isole spartitraffico realizzate a corredo dei lavori, attualmente ancora in corso, per la creazione di un percorso ciclopedonale lungo una delle arterie più trafficate di Porcia, quella che dalla rotonda di via Correr conduce sino all’ingresso dell’autostrada.

L’obiettivo, secondo i piani dell’amministrazione, di questi manufatti è lo stesso dei tanto contestati “dossi”, ovvero rallentare la velocità dei veicoli in corrispondenza di alcuni punti “cruciali” dove il limite è stato portato a 30 chilometri orari.

In realtà, provenendo dalla A28 gli automobilisti, dopo aver superato i tre rialzi, in corrispondenza dell’incrocio tra le vie Laghi e Muzzile si trovano in piena curva ad affrontare un restringimento di carreggiata che coincide con un attraversamento pedonale (il quale termina addosso a una ringhiera) proprio di fronte a una cassetta postale di servizio, utilizzata quotidianamente dai portalettere.

Il problema è che la strada, già di per sé alquanto stretta, non consente il passaggio delle vetture nel momento in cui il personale delle poste utilizza la cassetta di servizio, magari posteggiandovi accanto il ciclomotore con cui si sposta per effettuare le consegne.

Prima dell’installazione dell’isola, perlomeno, le auto avevano un maggiore spazio di manovra per aggirare gli ostacoli, adesso invece ciò non è più possibile.

Una situazione assai pericolosa che, nei giorni scorsi, ha creato degli ingorghi, costringendo gli automobilisti in transito a frenate improvvise per evitare di travolgere i postini o di sbattere contro lo spartitraffico.

Poco più avanti, sempre in direzione del centro di Porcia, il secondo manufatto si trova di nuovo in corrispondenza di una curva, stavolta all’altezza di alcuni cassonetti della raccolta differenziata, peraltro posizionati con l’apertura rivolta verso la sede stradale. Anche in questo caso non ci sono vie di fuga per i pedoni, in quanto i bidoni sono proprio a filo della carreggiata.

«L’altro giorno – racconta un residente di via Laghi – mia moglie se l’è davvero vista brutta mentre andava a gettare le immondizie: ha rischiato di essere investita da un’auto che arrivava a velocità sostenuta. Inoltre, i mezzi pesanti che impegnano questo tratto sono spesso costretti a manovre complicate perché le corsie sono troppo strette e con le ruote invadono il cordolo della nuova pista ciclabile o addirittura passano sul bordo dello spartitraffico».

Il frontista di via Laghi si dice in particolare perplesso sull’opportunità di realizzare il percorso ciclopedonale su entrambe i lati della carreggiata: «Mi domando se non fosse sufficiente crearla da una parte sola, così come avviene sul contiguo tratto di via Repolle».

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