Islamici in Friuli: cinque nel mirino degli 007

Sale l’attenzione degli investigatori dopo il goriziano andato a combattere in Siria. Già due le persone espulse perchè ritenute pericolose per la sicurezza dello Stato

UDINE. Dall’inizio dell’anno le forze dell’ordine friulane hanno effettuato accertamenti su almeno cinque islamici residenti in Friuli Venezia Giulia. E due di questi, al termine di tali procedure, sono stati espulsi dal Paese su precisa indicazione del Ministero dell’Interno, in quanto sospettati di avere contatti con la Jihad.

In Friuli l’attenzione sui possibili rischi legati alla presenza di persone vicine alle frange islamiche più estreme è sempre altissima. Gli agenti delle quattro Digos regionali e i carabinieri del Ros svolgono costantemente un’attività di osservazione e di raccolta di informazioni, a scopo preventivo.

Gli «indesiderabili»

È grazie a questo lavoro che stanno emergendo casi come quello di Elmir Amvedoski, il muratore macedone di 31 anni che più di un anno fa ha lasciato Gorizia per andare a combattere con gli integralisti in Siria e, in questi giorni, è stato espulso dall’area Schengen. L’uomo aveva contatti anche a Udine, con un connazionale, nonchè parente: Sefidan Begoski, 41 anni che, fino a qualche tempo fa, abitava a Cussignacco in via Pirona. Proprio in questi giorni vicini e conoscenti del quaranduenne, vista la quantità di notizie inquietanti sulle azioni terroristiche dell’Is, stanno riflettendo sul fatto che hanno vissuto a lungo accanto a persone ora ritenute “indesiderabili” e potenzialmente pericolose per la sicurezza dello Stato.

In Friuli dieci centri di preghiera

Nella sola provincia di Udine sono presenti almeno dieci centri di preghiera, da Udine (in via Marano Lagunare e in via San Rocco) a Cividale, da Tarcento a Terzo di Aquileia, da San Daniele a San Giovanni al Natisone. Si tratta di punti di aggregazione per le migliaia di musulmani che vivono nella nostra Regione. Senza contare che non di rado alcune comunità si riuniscono in abitazioni private. A Gemona, infine, c’è un gruppo numeroso di macedoni.

“Foreign fighters” ritornano

Ma il problema, naturalmente, non è certo rappresentato dai centri di preghiera nè dai tantissimi musulmani che vivono in Friuli. A far paura sono i cosiddetti foreign fighters, i combattenti stranieri che vanno ad alimentare le truppe del sedicente Stato islamico. Qualora decidano di tornare, infatti, sono considerati eroi da quella fascia di giovani (la cosiddetta seconda generazione, i figli di immigrati che hanno nazionalità europea). Infatti la maggior parte dei soggetti monitorati dalle polizie dei vari Stati occidentali hanno tra i 15 e i 25 anni e, per vari motivi (che quasi sempre nascono da difficoltà di tipo sociale ed economico), pensano di tornare alle loro radici seguendo appunto i dettami della Jihad.

Confessioni e movimenti in Fvg

Il mosaico delle comunità islamiche presenti in Friuli è composito e complesso. La maggior parte sono sunniti, ma ci sono esponenti di altre confessioni o di altri movimenti. Ecco alcuni dei principali.

Sunniti

Costituiscono da sempre la maggioranza dei musulmani. Il loro nome deriva da Sunna, la tradizione dei detti di Maometto a cui si ispirano insieme al Corano. Affermano la legittimità dei primi califfi, successori e compagni di Maometto e delle dinastie che seguirono e che governarono l’Impero musulmano. Per i sunniti il Califfo rappresenta l’unità dei credenti e non ha valenza religiosa.

Sciiti

Sostengono che il legittimo successore di Maometto sia ’Ali, suo genero. Il loro nome viene infatti da Shi‘at ’Ali, che vuol dire «Partito di ‘Ali». Politica e religione si saldano in tale rivendicazione, perché secondo gli sciiti Dio non poteva lasciare la comunità musulmana senza una guida religiosa. Sostengono così l’illegittimità dei Califfi e delle dinastie sunnite, affermando che eredi di Maometto sono gli Imam, guide spirituali, e allo stesso tempo discendenti e successori di ‘Ali. Sull’identificazione di questi imam, gli stessi sciiti però si divisero ben presto in sette diverse.

Salafiti

Il Salafismo propugna il ritorno ad un Islam puro, quello riferibile ai primi anni dopo la morte del Profeta, ritenendo che nel corso dei secoli, a seguito delle dominazioni straniere e della collusione con il mondo occidentale, la religione abbia perso le sue caratteristiche originarie. Dogma di riferimento e' l’unicità di Dio.

Wahabiti

Nell’ambito del Salafismo un particolare rilievo hanno i Wahabiti, tra i più radicali. Il movimento fa riferimento a Muhammed Ibn Abd al-Wahab (1703-92) che si formò secondo una impostazione rigorosa del diritto islamico (Shari’ah ) ricavata al Corano e dagli hadith. E condannò rigidamente ogni innovazione di culto posteriori alla predicazione coranica.

Convertiti all’Islam estremo

Infine, non è trascurabile il numero di italiani che, al termine di un percorso di “radicalizzazione”, hanno sposato la causa dell’estremismo islamico.

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