Ippocastano malato: il castello di Udine dice addio all’albero secolare

È stato abbattuto con il consenso delle Belle arti. Al suo posto sarà collocata una pianta alta 8 metri

UDINE. La casa della Contadinanza ha detto addio al suo secolare ippocastano. L’albero era malato da tempo e gli uomini del Verde pubblico hanno tentato a lungo di salvarlo. Inutili le potature selettive, inutili gli antimicotici. E alla fine gli operai del Comune si sono dovuti arrendere.

I funghi che hanno attaccato la corteccia sono arrivati troppo in profondità, facendo diventare la pianta un pericolo. Ma niente paura. Perché già oggi sul colle del castello arriva un nuovo ippocastano più giovane e più piccolo.

Insomma, quello a cavallo fra martedì e mercoledì è stato un abbattimento d’urgenza arrivato al termine di una «dolorosa trafila», sottolineano gli uomini del Verde pubblico che da sempre si sono presi cura dell’albero: Andrea Maroè, Lucio Bernardis e Claudio Bugatto.

«La pianta è stata ripetutamente controllata, trattata con antiparassitari e potata, ma alla fine siamo stati messi alle strette e ci siamo trovati nella spiacevole situazione di dover gettare la spugna – spiegano –: scartata l’ipotesi di effettuare l’ennesima potatura, che avrebbe però stavolta ridotto l’albero a diventare l’ombra di se stesso, abbiamo optato per la dolorosa soluzione dell’abbattimento, consapevoli del fatto che si trattava semplicemente di anticipare il corso della natura di 3 o 4 anni al massimo».

E infatti le analisi fitopatologiche effettuate da Maroè hanno confermato la tesi.

Prima l’ok della Soprintendenza (l’area è sottoposta a vincolo) poi quello della giunta, infine, si è proceduto con l’abbattimento.

«Purtroppo quell’albero era malato da anni – spiega l’assessore al Verde pubblico, Enrico Pizza –: a preoccupare non è tanto la Cameraria ohridella, l’impertinente farfallina che già da metà estate deturpa il fogliame. L’insetto fa diventare l’albero brutto a vedersi, ma in definitiva tira avanti lo stesso anche se un po’ acciaccato. Il vero problema dell’ippocastano del castello erano patogeni più insidiosi, costituiti da tutta un’accozzaglia di funghi che si cibano del legno e che pian piano minano l’intera struttura, in particolare il tronco e le grosse branche portanti».

Contro questi parassiti non esistono armi se non indirette. Le uniche armi a disposizione dell’agronomia e dell’arboricoltura contro la cosiddetta “carie” che aggredisce il legno, sono le potature delle parti malate, ma con l’effetto collaterale di infliggere agli alberi vistose amputazioni. E questa è stata per qualche anno anche la sorte dell’ippocastano del castello, ma ora il danno era diventato irreparabile.

Un enorme foro centrale aveva fatto diventare il tronco cavo. Evidente il pericolo per chi camminava sotto alle fronde e pure per la medesima struttura della casa della contadinanza.

Già oggi gli uomini del Verde pubblico procedono a piantare un nuovo ippocastano. Una pianta di 7 anni, alta circa 8 metri.

«Purtroppo più grande non era possibile – spiega l’assessore Pizza –, perché avremmo rischiato che non attecchisse. Ma sono certo che crescerà in poco tempo e poi la nuova sistemazione del piazzale, seppure imposta, è anche l’occasione per godere della casa della contadinanza nel suo splendore. Insomma, dobbiamo sapere trovare il lato buono in ogni circostanza».

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