Investe l’amico del cliente: 2 anni al venditore d’auto

La lite era avvenuta a Roveredo in Piano. La vittima aveva a sua volta patteggiato Motivo del contendere: l’iter di cessione del mezzo era andato per le lunghe

ROVEREDO IN PIANO. Commerciante investe con l’auto l’amico del cliente al quale ha appena venduto un camper, dopo una lite insorta per futili motivi. Il quarantenne di Fiume Veneto Antonio Turchet, difeso dall’avvocato Marco Zaffino, è stato condannato dal giudice monocratico Licia Consuelo Marino a due anni di reclusione per lesioni personali aggravate. Il viceprocuratore onorario Patrizia Cau aveva chiesto la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione.

La vicenda risale al 7 agosto del 2012. L’altro imputato (per percosse e minacce) Devis Polese, 39enne sacilese vittima dell’investimento, ha a suo tempo patteggiato 16 giorni di reclusione convertiti in 4 mila euro di multa. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Polese aveva accompagnato un amico da Turchet per acquistare un camper.

Era nata una discussione piuttosto accesa dopo la conclusione della trattativa, fra l’acquirente e il venditore di auto. Nel corso del battibecco il commerciante era stato colpito da un pugno al volto dal Polese, perché a detta della controparte l’operazione di cessione era stata lunga e tortuosa.

Il “chiarimento” si era tenuto in via Valessa a Roveredo in Piano, fra la zona artigianale e le cave. Qui Polese avrebbe minacciato Turchet avvolgendosi una maglietta sulla mano sinistra, dentro la quale sarebbe stato inserito un oggetto contundente.

Turchet, stando alle accuse, si era messo al volante di un’Audi A6, aveva fatto retromarcia, poi aveva ingranato la prima ed era finito a forte velocità contro Polese e il suo amico, che stavano per salire a bordo di un’Alfa Romeo 156. Turchet aveva così investito Polese, schiacciandogli la gamba sinistra (che ha riportato un indebolimento permanente). L’amico di Polese, invece, era riuscito fortunosamente a scansare l’impatto. L’investimento aveva cagionato a Polese lesioni personali gravissime, con prognosi di quattro mesi per la frattura esposta alla gamba, finita sotto le ruote.

L’accusa aveva contestato due aggravanti, oltre alla recidiva: i futili motivi che avevano scatenato la lite e il danno permanente subito dalla vittima dell’investimento. In sede di udienza di convalida dell’arresto Turchet aveva parlato per due ore, ricostruendo minuto per minuto la vicenda. Dalla sua versione, confermata da alcuni clienti, involontari testimoni, era emerso che l’investimento del sacilese sarebbe avvenuto senza volontarietà. Dello stesso avviso era stato anche il tribunale del Riesame, che aveva annullato l’ordinanza del gip con la quale erano stati disposti i domiciliari. Turchet, che guidava con le infradito ai piedi, avrebbe perso la presa scivolando sull’acceleratore. Sarebbe stato tradito, nella manovra, dal cambio automatico. Dopo aver lasciato il luogo dell’incidente, il commerciante di Fiume Veneto si era costituito, assumendosi la responsabilità dell’accaduto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto