Intesa fra università e Cro: «Così migliora la ricerca»

UDINE. Certe opportunità nemmeno la crisi è in grado di frenarle. Università di Udine e Centro di riferimento oncologico di Aviano (Cro) sono infatti riusciti a rafforzare i loro rapporti con un protocollo d’intesa firmato ieri mattina nella sala del consiglio di palazzo Florio. Svolgere attività di ricerca in ambito biomedico e medico-chirurgico, ampliando, al contempo, le potenzialità delle due istituzioni attraverso reti di collaborazione: questo l’obiettivo dell’accordo tra le due eccellenze friulane, unite nell’impegno comune per dare sviluppo alla ricerca in campo oncologico.
Soddisfatta per l’accordo il rettore Cristiana Compagno, che ha sottolineato come «sia sempre più necessario nel mondo della ricerca scientifica allargare le reti di collaborazione e far massa critica per raggiungere e condividere risultati importanti».
Il direttore generale del Cro, Piero Cappelletti, ha evidenziato a sua volta «il significato di questo accordo nell’ottica dell’integrazione del sistema sanitario con quello della ricerca. La costruzione di una rete di qualità - ha aggiunto - rappresenta il modo corretto di collaborare a livello territoriale: mettere assieme strutture e porre a sistema sinergie finalizzate a enfatizzare le caratteristiche di ciascuno rappresenta oggi il modello capace di far crescere obiettivi e risultati».
Il protocollo d’intesa propone, in particolare, di promuovere e potenziare, nei settori disciplinari dell’area biomedica e medico-chirurgica, la collaborazione fra università di Udine e Cro nelle attività di ricerca e alta formazione, e di favorire l’integrazione della ricerca alle funzioni didattiche e assistenziali.
«L'oncologia – ha detto Fabio Puglisi, docente di oncologia medica nell’ateneo friulano e oncologo dell’Azienda ospedaliero universitaria di Udine - è in rapida evoluzione: gli investimenti nella ricerca traslazionale e clinica sono un obiettivo al quale le istituzioni devono guardare con attenzione. Al tempo stesso è necessario che, come professionisti, ci si adoperi per favorire la cooperazione tra le diverse strutture. Ciò è particolarmente vero per una regione piccola come la nostra, che in un'area circoscritta può contare su diverse strutture di eccellenza».
Il protocollo ha avuto inoltre il merito di mettere d’accordo anche i due dipartimenti di medicina dell’ateneo udinese: il dipartimento di Scienze mediche e biologiche e quello di Scienze mediche, sperimentali e cliniche. «Per la prima volta queste due strutture hanno condiviso l’accordo all’unanimità – ha dichiarato il commissario del dipartimento di Scienze mediche, sperimentali e cliniche, Maurizio Marchini - testimoniando così una forte comunità d’intenti per un argomento molto importante». Anche Fabio Barbone, direttore del dipartimento di Scienze mediche e biologiche ha condiviso l’entusiasmo del collega, ringraziando direttamente il rettore Compagno «per il genuino interesse dimostrato nell’appoggiare la causa del protocollo».
L’accordo, di durata biennale e rinnovabile, stabilisce in sostanza che la collaborazione si attuerà mediante singoli progetti di ricerca e d’alta formazione, i cui contenuti e modalità di realizzazione saranno disciplinati da specifici accordi attuativi definiti con cadenza annuale.
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