Inquilini abusivi, l'Ater si difende: "Invieremo gli ispettori ma lo sfratto non è rapido"

UDINE. L’Ater invierà gli ispettori per verificare quanto sta accadendo in via Campoformido 143 «ma per allontanare gli occupanti dell’appartamento, qualora fossero subaffittanti e irregolari, ci vorranno di media 5 o 6 mesi».
Riccardo Toso, direttore generale dell’azienda territoriale per l’edilizia residenziale di Udine cita altri cinque casi accaduti in provincia nell’ultimo anno e uno a Pordenone.
«Si tratta comunque – precisa – di episodi sporadici visto che gestiamo 7.200 alloggi. Sono numeri risibili. In questi casi, come faremo a breve per via Campoformido, eseguiamo delle verifiche formali e sostanziali sul campo per accertare l’irregolarità».
Ma per rientrare in possesso dell’alloggio e rassegnarlo a un altro inquilino passano mesi. L’Ater deve infatti sottostare a un procedimento di natura amministrativa che termina il suo iter in tribunale.
Tutto diventa complicato se l’assegnatario non risulta reperibile «o perché è seguito dai servizi sociali, come qualche volta accade, e allora dobbiamo rivolgerci alla rete familiare o all’associazione che ha preso in carico la persona, o perché magari ha perso il lavoro e quindi è andato ad abitare da qualcun altro perché non riesce più a pagare l’affitto».
L’avvento della crisi ha fatto emergere il fenomeno del subaffitto. La ricerca anagrafica dell’affittuario avviene attraverso le forze dell’ordine, polizia, carabinieri o polizia locale.
«Noi di fatto – chiarisce Toso – svolgiamo gli accertamenti, ma non possiamo entrare nell’alloggio se non con l’ausilio delle forze dell’ordine.
Accertata l’irreperibilità dell’assegnatario dell’alloggio e la presenza di altri occupanti siamo tenuti a informare attraverso raccomandata il proprietario che avvieremo un procedimento amministrativo nei suoi confronti per recuperare l’immobile».
Il provvedimento diventa attuativo in circa 6 mesi «un tempo relativamente breve se si pensa – precisa Toso – che per uno sfratto, per fare un paragone, ci vogliono addirittura due anni».
Diversa è la situazione in cui l’assegnatario soggiorna nell’alloggio ma ospita altre persone. «In questo caso, superati i 15 giorni – puntualizza Toso –, il proprietario deve comunicare l’ospitalità ed è rinnovabile di anno in anno».
Per quanto riguarda infine i danni arrecati da ospiti o persone che irregolarmente occupano gli stabili «bisogna acclarare con certezza – conclude il direttore – che la natura di questi disagi è derivata dai loro comportamenti. Solitamente ci rivaliamo sul proprietario che spesso, però, non ha grandi disponibilità di denaro con sé».
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