Ingegneri della natura, si allarga la famiglia dei castori friulani: sono sei nella foresta di Tarvisio
Il nucleo è cresciuto dal suo ritorno in zona, registrato con un primo esemplare nel 2018: la sua presenza favorisce la creazione di nuove zone umide e il ritorno di altre specie di grande interesse

Gli viene spesso attribuito il titolo di "ingegnere della natura", per la sua abilità nel plasmare il territorio e nel deviare il corso dei fiumi grazie alla sua eccezionale capacità di costruire dighe e scavare tane. Il castoro, uno dei più grandi roditori europei, si prende ora la scena nella foresta di Tarvisio: non solo perché il numero di individui presenti, dal suo ritorno nel 2018, è cresciuto (oggi se ne contano 6), ma anche perché la sua presenza favorisce la creazione di nuove zone umide e il ritorno di altre specie di grande interesse conservazionistico, come la lontra, le libellule, alcune specie di pesci, anfibi, rettili e invertebrati, come ad esempio il gambero di torrente.
Il ritorno in Friuli
Risale al 2018 la scoperta della presenza di un castoro proveniente dall’Austria, dopo 450 anni di assenza. L’animale è immigrato dalla vicina Carinzia, risalendo il fiume Gail, poi il Gailitz, lo Slizza e il Rio Bianco, per giungere infine nella valle dei Laghi di Fusine, dove si è stabilito. Tutto nasce dalla segnalazione di un cacciatore locale, che nota gli strani segni di rosicchiamento su dei rami lungo l’asta del fiume Slizza; gli stessi segni, poi, vengono ritrovati anche da una guardia forestale lungo piccoli corsi d’acqua originati dai Rii Svabezza e Prode, e dalla Torbiera della Scichizza, sulla Piana di Fusine.

La conferma scientifica
È necessario un approfondimento: le immagini di alcuni salici e degli ontani realizzate sul posto e trasmesse a esperti del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine e dell’associazione Progetto Lince Italia dell’Università di Torino evidenziano tipici segni di presenza del castoro. Restano tuttavia solo ipotesi.
I ricercatori del Progetto Lince Italia posizionano quindi delle trappole fotografiche per monitorare l’area: il risultato positivo è immediato e il ritorno della specie è confermato ufficialmente.
Per oltre quattro anni l’animale – appartenente a una specie protetta ai sensi della Direttiva Habitat – rimane solo, fino a quando nel giugno del 2023 viene raggiunto da un secondo individuo, presumibilmente una femmina. Gli esemplari si riproducono (la seconda riproduzione della coppia storica risale al giugno del 2025) e, complice anche l’arrivo di nuovi immigrati, attualmente il nucleo presente nel Tarvisiano è composto da 6 castori.

L’azione del castoro
Il ritorno del castoro è visto positivamente dagli esperti perché questa specie apporta benefici ecologici e ambientali, contribuisce a ridurre l’inquinamento e favorire l’incremento della biodiversità. Tuttavia, la sua attività di costruzione di dighe può creare problemi locali al deflusso delle acque e piccoli allagamenti. Recentemente il Servizio sistemazioni idraulico - forestali, irrigazione e bonifica della Regione FVG, con una squadra di propri operai operanti in Val Canale, ha eseguito l’intervento di pulizia e ricalibratura dell’alveo del rio Prode nella Piana di Fusine, a seguito di alcune segnalazioni di residenti che evidenziavano problemi di deflusso delle acque.
L’intervento – che ricade in un’area appartenente alla Rete Natura 2000, poco distante dal biotopo, altra area protetta ai sensi della legge regionale in materia di parchi naturali regionali - era particolarmente delicato per la presenza lungo il corso d’acqua dei castori e delle loro tane, per cui è stato eseguito dopo attenti sopralluoghi e sotto la supervisione degli esperti di Progetto Lince Italia e del Servizio Biodiversità della Regione e con la collaborazione del Comune di Tarvisio. L’obiettivo? Contemperare il mantenimento dell’habitat della specie con le esigenze di garantire l’ottimale deflusso delle acque e prevenire allagamenti.
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