Influenza, gli anziani over 70 sono i più a rischio

Le complicanze dell’influenza sono più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e con condizioni di rischio, quali per esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche. Alcuni studi hanno messo in evidenza anche una pericolosità nei bambini molto piccoli e nelle donne incinte.
Il Centro europeo per il controllo delle malattie stima che in media circa 40 mila persone muoiano prematuramente ogni anno a causa dell’influenza nell’Ue. Il 90% dei decessi si verifica in soggetti di età superiore ai 65 anni, specialmente tra quelli con condizioni cliniche croniche di base.
Durante la scorsa stagione invernale, l’età media dei casi gravi è stata di 73 anni (range 0-94); tra i decessi è stata di 76 anni (20-90). L’82% dei casi gravi e il 92% dei decessi segnalati al sistema, presentava almeno una patologia cronica preesistente per la quale la vaccinazione antinfluenzale viene raccomandata e solo il 25% era vaccinato.
Per ridurre significativamente le complicanze e la mortalità si mira quindi a raggiungere coperture elevate – almeno il 75%, soglia minima dichiarata dall’Organizzazione mondiale della Sanità – nei gruppi di popolazione ad alto rischio di tutte le età.
Ecco quali sono i soggetti, ai quali la vaccinazione va offerta in via preferenziale e gratuita: persone con età pari o superiore a 65 anni; bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze; bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di sindrome di Reye in caso di infezione influenzale; donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza; individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti; medici e personale sanitario di assistenza; familiari e contatti di soggetti ad alto rischio; personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani.
L’inserimento dei bambini sani di età compresa tra 6 mesi e 24 mesi (o fino a 5 anni) nelle categorie da immunizzare prioritariamente contro l’influenza stagionale è un argomento attualmente oggetto di discussione da parte della comunità scientifica internazionale, soprattutto a causa della mancanza di studi clinici controllati di efficacia.
L’offerta di vaccinazione è raccomandata dalla Sanità americana e canadese e da pochi paesi della Comunità Europea (Gran Bretagna, Finlandia, Belgio, Ungheria e Malta), e i dati disponibili, anche se non conclusivi, mettono in evidenza che livelli di copertura intorno al 50% in soggetti di età compresa fra 11 e 17 anni, permettono una riduzione complessiva del 54% delle influenze. Tuttavia ulteriori studi sono necessari per valutare l’impatto comunitario di tale intervento.
Pertanto, allo stato attuale, in Italia non si ritiene necessario promuovere programmi di offerta attiva gratuita del vaccino influenzale stagionale ai bambini che non presentino fattori individuali di rischio.
Pur in assenza di raccomandazioni per la vaccinazione dei bambini “sani” di età superiore a 6 mesi, qualora il loro pediatra optasse per tale scelta, sono valide le stesse regole (dosaggio e numero di dosi) indicate per i bimbi appartenenti ai gruppi di rischio.
Il vaccino antinfluenzale non deve invece essere somministrato a lattanti al di sotto dei sei mesi e a soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave dopo la somministrazione di una precedente dose o a un componente del vaccino.
Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce, inoltre, una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta. La trasmissione del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.
Ecco le misure di protezione personali (misure non farmacologiche) utili per ridurre la circolazione della malattia: lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici); buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce); isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale; uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari.
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