Incidente mortale, “pirata” scagionato

PRATA
C’è una svolta clamorosa nelle indagini sull’incidente stradale in cui, tre mesi e mezzo fa, a Prata, morirono Guido Maccan, 37 anni, imprenditore contitolare della Friul Intagli, residente a Portobuffolè, e Andrea Perot, 43 anni, direttore amministrativo della stessa azienda ed ex amministratore comunale di Santa Giustina, nel Bellunese. Secondo indiscrezioni, la Procura della repubblica di Pordenone avrebbe chiesto l’archiviazione del procedimento penale a carico di un rappresentante di commercio di Codroipo, Adrian Pez, finito in manette, nell’immediatezza del fatto, con le accuse di omissione di soccorso e omicidio colposo. A dare un indirizzo all’inchiesta del sostituto procuratore pordenonese Monica Carraturo è stata la consulenza tecnica, affidata a un ingegnere, esperto in perizie su incidenti stradali, che avrebbe “assolto” la condotta di guida di Pez.
Quel primo pomeriggio dell’11 marzo scorso, Perot, direttore amministrativo della Friul Intagli, si trovava a bordo dell’Audi Rs6, condotta da Maccan. Con loro c’era anche un altro dipendente dell’azienda di Prata, il mestrino Lorenzo Citran, rimasto ferito non gravemente. I tre avevano appena lasciato la sede della Friul Intagli diretti a un vicino ristorante di Portobuffolè. Mentre affrontava un’ampia curva, Maccan si trovò di fronte l’auto di Pez, che usciva dal parcheggio di un ristorante per immettersi sulla statale Opitergina. Il conducente dell’auto, per evitare l’impatto, avrebbe sterzato d’istinto, perdendo il controllo dell’Audi e invadendo la corsia opposta. L’Audi divelse un palo dell’illuminazione e alcuni cartelli, finendo nel fossato laterale della strada e fermandosi in un boschetto. Per Perot e Maccan, sbalzati all’esterno dell’abitacolo, non ci fu nulla da fare.
Due ore dopo l’incidente stradale, Pez si presentò nella caserma dei carabinieri di Prata per spiegare la sua versione dei fatti, declinando ogni responsabilità. Ma il rappresentante di commercio fu arrestato con l’accusa di omicidio colposo e omissione di soccorso. Accuse che gli valsero l’etichetta di “pirata della strada”. Il giorno dopo Pez, dopo essere stato sentito dal pubblico ministero, fu scarcerato. Ora, a più di tre mesi di distanza dal fatto, la svolta nelle indagini.
Le conclusioni della consulenza tecnica richiesta dal pubblico ministero scagionerebbero la condotta di guida di Pez. Secondo indiscrezioni, per due motivi. Primo: la manovra di uscita dal parcheggio che il rappresentante fece per immettersi sull’Opitergina sarebbe stata corretta. Secondo: la velocità dell’auto su cui viaggiavano Maccan e Perot sarebbe stata molto elevata. Sulla base di queste conclusioni, il pm avrebbe chiesto l’archiviazione dell’inchiesta a carico di Pez. Spetterà ora al giudice delle indagini preliminari decidere se accogliere o no la richiesta avanzata dalla Procura.
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