Inceneritore, dati tranquillizzanti

L’Arpa ha consegnato al Comune l’esito dell’indagine fatta in estate
MANZANO. L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente rende noto d’aver consegnato al Comune di Manzano gli esiti di una nuova indagine sui flussi delle deposizioni di microinquinanti organici persistenti (diossine e Pcb) in zone del territorio interessate dalla presenza dell’inceneritore della società Green style srl.


Le conclusioni sono «tranquillizzanti» e confermano quanto già rilevato nel 2016, cioè la sostenibilità dal punto di vista ambientale dell’inceneritore. L’indagine è stata realizzata nella scorsa estate per verificare i risultati 2016, quando era stata effettuata una prima valutazione in condizioni meteo-climatiche anomale per la stagione. Nel 2016 le ricadute al suolo erano risultate inferiori al più cautelativo dei valori-guida stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la deposizione media mensile.


Nel 2017 Arpa, d’intesa col Comune, ha modificato leggermente i punti di analisi sulla base dei risultati di uno studio modellistico. L’indagine è stata inoltre integrata con prelievi di campioni d’erba provenienti da terreni situati in aree non distanti dalla zona industriale, soggette o meno al fall-out del termovalorizzatore, e in una zona verde a San Giovanni al Natisone, non interessata dalle ricadute dell’inceneritore, ma soggetta ad altre potenziali fonti di inquinamento.


Anche nel 2017 i risultati ottenuti evidenziano che nelle tre postazioni i flussi di deposizione di diossine e Pcb sono estremamente bassi e inferiori allo standard Oms. I risultati confermano l’ipotesi avanzata nel 2016, ossia che la presenza del termovalorizzatore nel distretto industriale di Manzano non ha, per quanto ricercato, impatti significativi sull’ambiente circostante.


Sui campioni d’erba, invece, i contaminanti sono risultati maggiori, anche se di poco, nei siti più lontani rispetto all’area dell’inceneritore. Tuttavia in termini di tossicità equivalente i valori rilevati sono contenuti. Ciò indica che l’intera area indagata sia oggetto di una blanda contaminazione di tipo diffuso, piuttosto che a una contaminazione ascrivibile a puntuale e ben identificata sorgente emissiva come l’inceneritore.




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