Incendio nella chiesetta di Pozzo: distrutti arredi sacri e un Crocifisso
Se n’è accorta all’alba una fedele incaricata dal parroco, ora all’estero, di aprire il luogo sacro. Il vicario foraneo di Spilimbergo: «Danneggiato dal fumo anche il cinquecentesco altare marmoreo»

Potrebbe essere stato un cero votivo, la causa scatenante dell’incendio scoppiato la notte tra martedì e ieri nella chiesa di Pozzo di San Giorgio della Richinvelda. L’edificio sacro, intitolato ai Santi Urbano e Sabina, si trova nell’omonima piazza della frazione.
Ad accorgersi dell’accaduto, nelle prime ore del mattino di ieri, è stata una fedele incaricata dal parroco don Josif Lucaci, per altro in questi giorni all’estero, di aprire le porte della chiesa.
Subito esclusa la pista dolosa, stando ai primi rilievi l’incendio si sarebbe sviluppato da un piccolo magazzino adiacente l’edificio sacro, vicino alla porta di ingresso. Lanciato l’allarme, sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di San Vito al Tagliamento e del comando provinciale di Pordenone, intervenuti con tre mezzi.
La navata centrale è stata invasa da una cappa di fumo e soltanto l’arrivo tempestivo dei pompieri ha impedito che il fuoco si propagasse ai banchi in legno.

A una prima ricognizione, i danni risultano ingenti. Dopo le operazioni di spegnimento, diverse suppellettili sono state portati fuori dalla chiesa, tra cui anche la statua del Cristo, completamente bruciata.
I vigili del fuoco sono stati impegnati per tutta la mattinata per controllare il rogo. Dopo l’intervento di messa in sicurezza, inizierà anche la conta dei danni.
«L’interno della chiesa – riferisce don Daniele Rastelli, vicario foraneo di Spilimbergo – è stato pesantemente danneggiato: non c’è arredo sacro che non sia stato attaccato dal fumo, compreso il pezzo artisticamente più prezioso, un altare marmoreo del Cinquecento attribuito a Donato Casella, che raffigura la Madonna col Bambino e i Santi Urbano e Sabina. Un manufatto prezioso, anche perché conserva tracce della colorazione originaria.
Il fumo ha danneggiato anche le altre statue dei santi all’interno del luogo di culto, il mosaico dell’abside e un dipinto a olio di più recente esecuzione. Di minor pregio i lampadari ottocenteschi – fa sapere –, mentre il magazzino attaccato dalle fiamme conservava oggetti privi di valore».
Particolarmente colpito dall’accaduto si è detto il sindaco Michele Leon, che probabilmente, avuto il via libera dal comando dei Vigili del fuoco, siglerà l’ordinanza con cui si dichiarerà l’inagibilità del luogo di culto: «Sono addolorato per quanto accaduto, ho parlato con i fedeli che erano radunati sul sagrato, increduli, ai quali ho portato la solidarietà e il nostro impegno immediato. Ringrazio i vigili del fuoco per il lavoro che hanno fatto, salvaguardando come hanno potuto il patrimonio artistico della chiesa.
La piccola comunità di Pozzo – ha proseguito Leon – gravita attorno alle attività parrocchiali e alla chiesa. Mi sono subito messo a disposizione del vicario foraneo don Daniele, affinché si possa dare alla comunità un luogo in cui continuare a pregare fintanto che i lavori di ristrutturazione non partiranno».
«Molte sono state le attestazioni di solidarietà che abbiamo ricevuto da parte di membri della giunta regionale e da colleghi sindaci che mi hanno contattato», ha concluso il sindaco.
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