Incendio in una palazzina a Lovaria: «Ho visto i miei nipoti feriti dopo esser stati travolti dalle fiamme»

«Appena ho ricevuto la telefonata di mia cognata mi sono precipitato qui e ho trovato i mie nipoti fuori di casa appoggiati su quel muretto in attesa dei soccorsi. Il più piccolo aveva segni evidenti di ustioni e anche il più grande soprattutto sulle braccia. La loro sorella invece non è entrata a contatto col fuoco, ma erano tutti terrorizzati». A raccontare i drammatici momenti dopo la fuga dall’appartamento invaso dal fumo, è lo zio che gestisce un locale a Pradamano. «Mio fratello è all’estero per motivi di lavoro, l’ho chiamato e sta cercando un volo per rientrare subito in Italia, mia cognata era uscita un attimo per fare la spesa e proprio in quel momento è scoppiato l’incendio. I miei nipoti sentendo le grida di una vicina hanno aperto la porta e l’appartamento è stato subito invaso dal fumo e dal fuoco. A quel punto hanno agito d’istinto e hanno provato a scappare scendendo le scale. Il più grande ha preso il fratellino in braccio per cercare di proteggerlo, ma sono stati entrambi colpiti dalle fiamme».
La madre è tornata a casa in pochi minuti. «Siamo arrivati contemporaneamente - continua lo zio -, poi lei è andata in ospedale insieme ai bambini che sono stati portati via in ambulanza». Davanti al condominio in fiamme si è radunata una piccola folla di vicini, tra i quali anche l’ex vigile del fuoco Gabriele Pitassi che insieme ai due figli e a un appuntato scelto dei carabinieri ha cercato di tenere sotto controllo il fuoco con delle pompe d’acqua e due estintori in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco che in pochi minuti sono poi riusciti a domare le fiamme sprigionate dallo scantinato.
Tra gli intossicati, che alla fine saranno nove, compresi i due fratelli ustionati, c’è anche la 46enne Suad Msatfi che abita in un appartamento al terzo piano. «C’era fumo dappertutto - racconta la figlia Narjis Msatfi, 26enne di origine marocchina residente a Lignano, ma domiciliata nell’appartamento di via Lumignacco a Lovaria dove è tornata a vivere per motivi di lavoro -. Appena mia madre mi ha telefonato mi sono precipitata qui, lavoro in un ristorante poco distante e così sono arrivata subito. Ho avuto paura per mia madre e anche per i bambini che sono stati colpiti dalle fiamme. Erano tutti neri, ricoperti di fumo. Se non fossero intervenuti rapidamente i vigili del fuoco, sarebbe stato un disastro».
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