Incastrato dal finto corriere, 4 anni per droga

UDINE. La droga era stata nascostata all’interno di tre condensatori per computer infilati in un pacco proveniente dall’Argentina e destinato a una fantomatica colombiana residente a Udine. Pacco che il personale dell’Agenzia delle dogane dell’aeroporto di Francoforte sul Meno, in Germania, aveva però intercettato a metà strada.
Le indagini erano scattate da qui: decisi a incastrare il destinatario di quei 150 grammi di cocaina, gli inquirenti avevano rimesso il pacco in viaggio, disponendone una “consegna controllata”. E così, quando James Fernando Cuero Montano, 30 anni, originario della Colombia e con casa a Udine, aveva aperto la porta, il finanziere che aveva accompagnato il corriere lo aveva arrestato.
Processato con rito abbreviato davanti al gup Daniele Faleschini Barnaba, il giovane è stato condannato ieri a 4 anni di reclusione e 14 mila euro di multa. Già detenuto in esecuzione della custodia cautelare in carcere a suo tempo emessa nei suoi confronti, non appena espiata la pena dovrà lasciare l’Italia per effetto del decreto di espulsione disposto dallo stesso giudice. Il pm Claudia Finocchiaro aveva chiesto 5 anni e 4 mesi e 20 mila euro.
Presente in aula, l’imputato ha rilasciato spontanee dichiarazioni, spiegando come non fosse sua intenzione ritirare il pacco, trovandosi proprio in quei giorni ristretto ai domiciliari, a seguito dell’arresto di qualche giorno prima, a Venezia, nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Trieste su un traffico internazionale di cocaina. Ma anche come fosse stato il fornitore a costringerlo a farlo, dopo essersi lamentato di non averlo più sentito, e rivolgendogli velate minacce su possibili ritorsioni nei confronti dei suoi familiari, in Colombia.
I fatti risalgono all’estate scorsa. Il 17 luglio la droga era stata sequestrata a Francoforte, il 10 e 11 agosto un team formato a Udine da personale della società di spedizione e polizia giudiziaria, non trovando nessuno, aveva lasciato un “avviso di giacenza”, il 12 Cuero aveva contattato un amico corriere per il recapito e quello stesso giorno era avvenuto il blitz, in via Monte Forno. Alla vista del finanziere, il colombiano aveva detto che il pacco non era per sè, ma per una sua cugina che non poteva provvedervi personalmente.
Nell’appello che il difensore, avvocato Guido Galletti, ha preannunciato di voler presentare sarà ribadita la richiesta del riconoscimento della lieve entità.
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