In Valcanale, sulle tracce del generale Bonaparte

Bastano pochi minuti, dalla località di Rutte Piccolo, per raggiungere a piedi, il pianoro sul quale, nel 1809, si fronteggiarono gli eserciti austriaco e napoleonico. Qui sorgeva la grande ridotta asburgica, il terrapieno i cui margini sono ancora ben visibili a distanza di duecento anni dalla sua costruzione. A pochi passi c’è l’imponente Tiglio di Napoleone, sotto il quale avrebbe sostato il generale Bonaparte durante un suo passaggio per il Tarvisiano nel 1797. Sono soltanto due delle testimonianze che lo storico Paolo Foramitti, presidente dalla Delegazione Nord Italia de “Le Souvenir Napoléonien”, ha mostrato a un gruppo di appassionati di storia napoleonica proveniente da Italia e Slovenia. «A Tarvisio – ha spiegato – ci sono ancora molte cose da verificare e questo incontro tecnico ha proprio lo scopo di avviare il percorso di identificazione dei resti di quelle battaglie per farli conoscere al grande pubblico e valorizzarli».
Il turismo legato agli accadimenti storici, in un territorio come la Valcanale, non può e non deve essere legato soltanto alle due guerre mondiali, ma può spaziare arrivando fino alle campagne napoleoniche, che hanno lasciato sul territorio decine di testimonianze visibile e ricche di suggestione. Le grandi ridotte pentagonali riscoperte durante questo incontro con Foramitti ne sono un esempio: terrapieni alti fino a cinque metri, con una larghezza tra i 20 e i 30 metri, edificati nell’arco di una notte. Dalle mappe emerge come a est di Tarvisio ne esistessero quattro, costruite nel 1799 e rafforzate nel 1808 in vista della battaglia dell’anno successivo. Proprio nel 1809, tra il 16 e il 17 maggio, la ridotta più grande sulla sommità del Colle di Rutte, era difesa da 11 mila soldati asburgici, che riuscirono a resistere meno di due giorni alla forza dell’esercito napoleonica in avanzata verso Vienna. Uno scenario, quello della battaglia, impresso nella tela di Albrecht Adam, il quale, nel 1843, dipinse Schlacht bei Tarvis, 18. Mai 1809, conservato in un museo di Brema. Una straordinaria testimonianza che, a due secoli di distanza, pare essere ancora attuale, con le cime, i colli e i boschi facilmente riconoscibili a occhio nudo dalla zona delle Segherie, a Tarvisio Basso. Un’opera che è oggetto di studio da parte di Riccardo Papi e dello stesso Paolo Foramitti.
Alessandro Cesare
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