In pellegrinaggio all’ancona della peste per rinnovare il voto con i disegni dei bimbi

L’iniziativa di alcuni fedeli a San Daniele che, con monsignor De Cecco, hanno pregato per la fine dell’epidemia 

la celebrazione

alessandra ceschia

Hanno addobbato la più antica ancona votiva in Friuli con i disegni fatti dai bambini per chiedere alla Madonna di liberare la comunità dalla moderna peste, il coronavirus, ora come nel 1405, quando la costruzione fu eretta a San Daniele sul luogo in cui l’epidemia aveva ucciso l’ultimo concittadino e hanno atteso l’arrivo del pellegrinaggio per la prima volta in sei secoli affidato solo alla loro guida spirituale.

L’iniziativa è nata nel borgo Bronzacco Sopracastello grazie alla famiglia di Andrea Di Giusto, proprietaria del terreno sul quale sorge l’ancona.

«Ogni anno, al mattino della domenica in Albis la comunità partecipa a un pellegrinaggio che ricorda il voto alla Madonna – racconta Di Giusto – quest’anno non era possibile onorarlo come si è fatto per più di sei secoli. Vietati gli assembramenti a causa dell’emergenza da coronavirus non potevamo ritrovarci, né far partecipare i bambini. Così abbiamo pensato di coinvolgerli per rinnovare un voto, oggi più che mai attuale».

Il passaparola è dilagato e tutti i bambini si sono messi al lavoro preparando un disegno da offrire alla Madonna. Poi, le composizioni sono state raccolte e utilizzate per decorare l’edificio. Il parroco di San Daniele, monsignor Sergio De Cecco, viste le condizioni dettate dall’emergenza Covid-19, ha deciso di incamminarsi assieme al diacono Corrado Colutta e al seminarista Manuel Minciotti, ma senza fedeli nel consueto pellegrinaggio, raccogliendosi in preghiera davanti all’ancona della Peste decorata con i disegni dei bambini. Ad accompagnarlo c’erano cinque volontari della Protezione civile e il sindaco Pietro Valent. Un rito suggestivo quello che si è compiuto dinanzi al più antico esempio di piccola architettura sacra a protezione del morbo in terra friulana. Fu edificata in seguito alla gravissima epidemia degli inizi del XV secolo, che colpì tutta la regione. La Peste cessò verso la fine della primavera e l’amministrazione civica fece voto di recarsi processionalmente nella domenica in Albis di ogni anno al santuario mariano di Comerzo. Si partiva alle 5 da piazza Duomo, i vicari di San Daniele mettevano ordine fra i numerosi pellegrini: davanti i bambini, poi i giovani, gli uomini, infine le donne.

L’edicola ha una forma parallelepipeda, con copertura a quattro falde, su ogni lato si apre una nicchia che ospita dei dipinti a fresco. La struttura fu consolidata per conto di un gruppo di volontari del borgo nel 1988, mentre gli affreschi vennero restaurati dopo il terremoto del 1976, furono realizzati da Giulio Urbanis nel XVI secolo, raffigurano nella facciata principale la Madonna col Bambino e i santi protettori dalla peste, Rocco e Sebastiano.

«Ancora una volta, dopo oltre sei secoli – commenta Di Giusto – l’ancona è divenuta luogo di ringraziamento, nella speranza che anche questa epidemia possa passare in fretta, restituendo a tutti, in particolare ai bambini, la possibilità di uscire nuovamente di casa e ritornare alla normalità». —



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