In migliaia per la Festa dell’uva

NS. Fiero, un uomo non più ventenne sta in poltrona: regge una bottiglia della Cantina produttori di Cormons dedicata al 30esimo del Vino della pace. Come il carro avanza, sono in molti a riconoscere, in quella enorme figura, Luigi Soini, il direttore della stessa Cantina: è, la sua, la figura dominante del carro curato dal gruppo “Giovedì grasso di Grions”, dal titolo “La vigna del mondo”, risultato vincitore della sfilata, evento della Festa dell’uva, per decisione della giuria presieduta da Dario Giustizieri e formata pure da Andrea Campanile, Andrea Femia, Fernanda Zorzon, Annamaria Minen e Renzo Turus. Al carro di Grions del Torre vanno 800 euro e un trofeo. Secondo premio, 400 euro più coppa, per il passaggio dalle taverne romane a quelle medioevali fino alle taverne-osterie asburgiche e alle osterie di oggi, rappresentato dal carro dell’associazione cormonese “Fulcherio Ungrispach” dal titolo “Doi mil ains di ostariis a Cormons (duemila anni di osterie a Cormons)”. Terzo premio, 200 euro più coppa, per “Barbie e la vendemmia”, carro a cura del gruppo sloveno “Kud” di San Pietro.
I sette carri allegorici partecipanti che, partiti da piazzale Coop e proseguiti lungo viale Venezia Giulia, via Friuli, piazza Libertà, dove si sono svolte le premiazioni, via Matteotti, per raggiungere piazza 24 maggio, oltre ai premiati, erano quelli della comunità slovena di Fojana e Barbana (titolo del carro “Una volta era così, ma era bello”), del Comune di Aiello (“All’arrembaggio delle cantine di Cormons”), della slovena Brda (“Il vecchio mulino”), della “Banda del Quaiat” di Romans (“Che circo questa vendemmia”).
Non solo carri allegorici, tuttavia, alla tradizionale sfilata domenicale presentata con la consueta disinvoltura da Sabrina Vidon: anche, a creare ancor più l’atmosfera della festa, le mitiche Vespe gialle del Collio, i rombi di moto e auto d’epoca, oltre alle partecipazioni della Pro Loco Castrum Carmonis, della banda “Città di Cormons”, dei minicarri coordinati da Nerella Biagi, della società filarmonica Vittorio Candotti di Pieris, dei ragazzi e animatori del Grest, della banda “Città di Buia”; tutto ciò senza tralasciare il contorno (o il cuore?) dell’evento costituito dalle decine di bancarelle disseminate per il centro.
«Nel complesso è andata benissimo - afferma il Luciano Patat, dalla terrazza cortesemente concessa dalla famiglia Pecorari, e da cui il sindaco, con i giurati e pochi altri, ha potuto seguire l’iniziativa -. Siamo stati sostenuti da un tempo splendido. Si tratta di un’edizione record in quanto a partecipazione popolare, ad associazioni, a volontari, che, alla festa hanno attivamente contribuito, nonché a offerte che il visitatore poteva trovare: concerti, mostre d’arte, presentazioni di libri. L’idea vincente, ormai perseguita da tempo, sta nel coinvolgere l’intero centro storico: ben dieci isole di festa, quest’anno. Il risultato? Una sfilata dei carri allegorici con parecchie migliaia di presenze e una festa che, nei suoi tre giorni, davvero di presenze ne ha ottenute un numero assai difficile da quantificare».
Alex Pessotto
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