In Italia tante promesse rimaste sulla carta In Olanda la cattedra di diritto che sognava

IL PERSONAGGIO
MASSIMO PIGHIN
In Italia aveva ricevuto tante promesse, che non si sono concretizzate, in Olanda ha visto il suo sogno prendere forma e diventare realtà. Giovedì sarà una giornata importante, per Seline Trevisanut, quarantenne docente originaria di Zoppola: si terrà, infatti, la cerimonia ufficiale di conferimento della cattedra di diritto internazionale all’università di Utrecht, in Olanda, incarico che ha ottenuto a gennaio dello scorso anno. Accanto a lei ci saranno il marito, tedesco e a sua volta docente di diritto internazionale all’università di Amsterdam, la loro figlia di 4 anni e i suoi genitori, Umberto Trevisanut e Marisa Bertoli, che vivono ancora a Zoppola. Partiranno domani alla volta della città olandese, per festeggiare con la figlia un traguardo importante.
Nonostante le illusioni che il suo Paese le ha riservato, Seline Trevisanut spera di poter tornare in Italia, un giorno, a fronte di un’offerta professionale in linea con la sua preparazione e i sacrifici che ha fatto per studiare. Le elementari le ha fatte in Francia, dove la famiglia si trovava per il lavoro del padre, la scuola media l’ha frequentata a Vercelli, mentre si è diplomata al liceo scientifico Torricelli di Maniago. Quindi, l’università, la Sorbonne di Parigi, dove aveva iniziato il percorso di studi per una carriera diplomatica, salvo cambiare, scegliendo appunto diritto internazionale. Dopo la laurea, ha vinto un concorso alla Statale di Milano, dove ha conseguito il dottorato. Quindi, ha lavorato per due anni come ricercatrice tra la città lombarda e Trento, prima di trasferirsi all’università di Cagliari. In Sardegna si trovava bene, ma sentiva di dover ambire a qualcosa di più. Ha partecipato a un concorso europeo, che le ha aperto le porte dell’università di Utrecht: ora è soddisfatta, felice che i suoi sforzi siano stati ripagati.
«Mia figlia ha fatto molti sacrifici – racconta Umberto Trevisanut –, si è pagata gli studi grazie alle borse di studio, senza contare gli spostamenti e l’impegno continuo che ha messo, di giorno e di notte, per raggiungere il risultato che si era prefissata. Ci ha dato molte soddisfazioni, siamo felici per lei». La docente zoppolana a Utrecht si è ambientata bene. «Ci parla di rilevanti differenze rispetto al sistema italiano – dice il padre –, di sicuro in Olanda ha avuto quell’opportunità che a lungo ha cercato qui. È soddisfatta anche degli studenti, dice che sono preparati e volenterosi. Ha compiuto 40 anni il 26 marzo, giovedì sarà una giornata importante, bella, di festa. Noi le saremo accanto».
Seline Trevisanut è una delle tante menti brillanti che hanno dovuto abbandonare l’Italia per trovare concretezza alle loro capacità, all’impegno e ai sacrifici. La docente di Zoppola, a differenza di altri che si trovano nella sua situazione, spera le venga data la possibilità di ritornare nel suo Paese. Un’opportunità che si meriterebbe, ma non è certa, a oggi, viste le tante promesse rimaste tali che l’hanno indotta ad andarsene. –
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