«In Fvg tecnici eccellenti ma nessuno dà credito»

UDINE. Fare della crisi un’opportunità. Quello che suona tanto come uno slogan, Gabriele Montanari l’ha trasformato in realtà. Assieme a tre compagni di studi, ha aperto la sua prima società nel 2014, Delta Askii srl, un nome per una mission: progettare software, siti web, App mobile e videogiochi. A soli 23 anni.
Ambizioso? Non ha paura a dire “sì” Montanari. Convinto che in quella sillaba stia il segreto della ripresa. Di un vento che soffierà tanto più forte quanta sarà la voglia, la convinzione, l’energia messa a suo servizio dalle persone. E in Friuli Venezia Giulia dai giovanissimi, potenziali protagonisti della rinascita economica grazie a un mix che Montanari definisce “esplosivo”: somma delle grandi competenze scientifiche garantite dal sistema formativo regionale e dall’estro creativo tutto italiano che ci ha fatto conoscere nel mondo in tanti altri settori. Insomma, la chiave di volta a sentire il programmatore sono le persone.
Strano, se pensiamo che a sostenerlo è un giovanissimo - oggi di anni ne ha 24 - che ha messo la sua vita a servizio delle tecnologie web. Insomma, della virtualità. Eppure è travolgente quando detta la sua ricetta per la ripresa. «Per il 2016 spero - afferma - che in Friuli, a Nordest e in Italia si possa capire finalmente che fare sistema, condividere esperienze, mettere insieme competenze è un valore aggiunto. Per fare un salto di qualità c’è bisogno che le eccellenze locali abbiamo anzitutto la voglia di condividere. Di provare a vincere insieme. Smettendola di guardare il prossimo con sospetto».
Humus nonostante il quale Delta Askii ha scelto il Friuli. Il suo quartier generale fa base a Udine, vantando poi diramazioni in Veneto, a Milano e oltreoceano, per ora nella West coast. La mentalità del “fasin di bessoi” e il digital divide, fattore per nulla secondario visto il core business dell’azienda, non hanno dunque scoraggiato i 4 soci, che ora sono già sette (per un totale di 20 dipendenti) e si preparano a chiudere il 2015, secondo anno della loro avventura imprenditoriale, sfiorando il mezzo milione di euro di fatturato.
La crisi a sentire l’amministratore unico della società udinese può incidere in due modi. «Come l’ago di una bilancia: o ti butta giù, spingendoti magari ad emigrare in cerca di fortuna altrove, oppure ti spinge a fare qualcosa di tuo. E noi, da friulani, abbiamo scelto di farlo qui». All’angolo d’Italia. Lontano anni luce dalla percezione di quale opportunità porti con sé la tecnologia.
«A differenza di quanto ormai è assodato all’estero, vale a dire che informatica e tecnologia possono facilitare la vita delle aziende (e non solo), in Italia questa cultura non c’è ancora ed è un gap che - secondo Montanari - va assolutamente colmato».
L’altro è l’accesso al credito. «Bisogna mettere nelle mani delle persone che vogliono fare, le risorse di cui hanno necessità». L’appello-accusa è trasversale. Rivolto a banche e istituzioni, da un giovane imprenditore che quella difficoltà l’ha vissuta sulla sua pelle. «Per mesi e mesi non abbiamo potuto contare su un canale finanziario credibile e ci siamo sentiti promettere da politici, anche nazionali, finanziamenti che non sono mai arrivati. Fino a quando abbiamo incontrato un promotore finanziario che ci ha fatto da ponte con l’America».
Così ha preso il via l’internazionalizzazione, necessaria ma non a discapito del Friuli Venezia Giulia, tantomeno dell’opinione che Montanari e i suoi giovanissimi soci hanno del Belpaese e della regione. Da udinese, il 24enne scocca una freccia in favore della sua terra. «La formazione scientifica messa a disposizione dei ragazzi friulani è di assoluta eccellenza. Al punto che i nostri programmatori potrebbero essere competitivi su ogni mercato. In più siamo italiani. Abbiamo una cultura e un estro creativo che tutti ci invidiano e che messo a complemento della competenza crea un mix esplosivo. Di cui purtroppo abbiamo ancora poca consapevolezza».
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