In due ancora in cura col metodo Di Bella, i farmaci sono spesati

Mai dimostrato che il cocktail alla somatostatina funzioni. Vigono però le sentenze emesse dal pretore vent’anni fa
MODENA, 29 LUG - DI BELLA: CONFERENZA STAMPA DEL PROFESSORE MODENESE. Il Prof.Luigi Di bella (sin), affiancato dal suo avvocato, Enrico aimi (des), durante le conferenza stampa di questo pomeriggio all'Hotel raffaello di Modena. GIORGIO BENVENUTI / ANSA
MODENA, 29 LUG - DI BELLA: CONFERENZA STAMPA DEL PROFESSORE MODENESE. Il Prof.Luigi Di bella (sin), affiancato dal suo avvocato, Enrico aimi (des), durante le conferenza stampa di questo pomeriggio all'Hotel raffaello di Modena. GIORGIO BENVENUTI / ANSA

PORDENONE. Era il 1998 quando l’Italia si divise sulla multiterapia Di Bella per la cura dei tumori. A distanza di vent’anni e numerosi studi scientifici, che ne hanno sancito l’inefficacia, in provincia di Pordenone ci sono ancora due pazienti, uno di Sacile e uno di Brugnera, che si curano con il cocktail di farmaci pensato dal medico siciliano Luigi Di Bella. Cure a carico dell’Aas5 in forza di sentenze emesse dal pretore (figura giuridica oggi scomparsa) del tribunale di Pordenone di vent’anni fa.

La multiterapia di Bella era composta da un insieme di diverse molecole come ormoni, tra cui la somatostatina, farmaci chemioterapici e vitamine. Quantità e somministrazioni dovevano essere modulata paziente per il paziente. «Alcuni farmaci della terapia – ha detto Franco Rosa, direttore della farmacia dell’ Aas5 – sono già usati come antitumorali, ci sono dei chemioterapici all’interno del cocktail».

L’Italia si divise, all’epoca, e la comunità scientifica pure. Ma le ricerche scientifiche hanno evidenziato l’inefficacia della cura. «Le sperimentazioni condotte nell’uomo seguendo le norme della buona ricerca scientifica – secondo l’Airc (associazione italiana ricerca sul cancro) – hanno dimostrato che la cura Di Bella non apporta benefici e non ha effetti terapeutici per la cura dei tumori: in alcuni casi i pazienti trattati col metodo Di Bella sono vissuti meno di altri trattati con le terapie convenzionali».

Allora, però, migliaia di pazienti avevano bussato alle porte della giustizia per ottenere la cura gratuitamente. Era accaduto anche in provincia di Pordenone: «Ricordo – ha proseguito Rosa – le grandi quantità di somatostatina che acquistammo».

Quanto ai pazienti ancora in cura, «le decisioni di allora del Pretore – ha proseguito il direttore della farmacia della Aas5 – non sono mai state modificate, e noi continuiamo a erogare la cura».

Una parte dei farmaci, quella economicamente più rilevante, viene passata dall’Aas5, mentre il resto dei cocktail e, preparati galenici, vengono forniti da alcuni farmacisti e rimborsati dall’azienda.
 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto