In centinaia a Talmassons per l’ultimo saluto a Gil Nuzzo

TALMASSONS. La parrocchiale di Flumignano ha potuto contenere solo una parte delle persone venute per l’ultimo saluto a Gil Nuzzo, il 40enne di Castions di Strada dipendente di Parmalat di Campoformido, che ha perso la vita lunedì 11 dicembre, nel vano tentativo di salvare il cane scivolato nel Cormôr; il suo corpo è stato rinvenuto, come riferito, dopo quasi due giorni di ricerche.
L’area adiacente e le vie attorno alla chiesa erano gremite di amici e conoscenti, che hanno atteso la fine della cerimonia per salutare, prima della cremazione (le ceneri nella tomba dell’adorato nonno Mangilli, a Flumignano), la bara addobbata con pochi rustici fiori, canne di palude, rami di arbusto e un ventaglio di penne di volatile: simboli della sua grande passione per la caccia e la pesca, per gli ambienti selvaggi come quello del Cormôr, dove ha vissuto ed è morto.
L’officiante don Sandro Tirelli, amico di famiglia, con cui ha concelebrato il parroco don Pietro Salvador, si è rivolto con profonde riflessioni alla comunità e con parole di conforto ai parenti affranti, la sorella Kristel e il padre Enzo, gestori del locale Mondelli Stable di Sant’Andrat dove Gil collaborava da cuoco, la madre Cristiana e gli zii che conducono la birreria Mondelli a Flumignano, la nonna Licia, la moglie Elisa Piazza, titolare di servizio di toelettatura a Mortegliano.
«Di fronte a una morte inaspettata, che mette alla prova perfino la nostra fede – ha detto il sacerdote, parroco della comunità di Marano che con i Nuzzo ha una lunga familiarità – troviamo il coraggio di ascoltare il Signore, nella speranza che ci aiuti a rafforzare la nostra vita pur privi di un figlio, un fratello, un marito, un amico. Una vita che finisce a 40 anni è tagliata a metà – ha aggiunto –, eppure Gil nella sua breve esistenza ha dato tanto. Intuitivo, solare e sempre disponibile, per chiunque aveva una parola; amava la vita, la famiglia, l’impegno, valori trasmessi dal nonno.
Uno spirito libero Gil, che non aveva paura di essere se stesso e invitava anche gli altri a fare altrettanto. Determinato, non ha avuto paura di rischiare la vita per una creatura vivente: la natura non perdona, ma lui non porterà rancore alla natura che amava tanto. Il tempo saprà dare ragione di questo grande dolore: quel ragazzo che ora piangiamo resta vivo nel nostro cuore».
A fine cerimonia il sindaco di Talmassons Piero Mauro Zanin ha espresso, anche a nome del collega di Castions di Strada, pure presente, il ringraziamento della famiglia per la generosità di quanti hanno contribuito alle ricerche di Gil, nominandoli gruppo per gruppo. «Un uomo schietto, corretto, generoso come il nonno, e rispettoso dell’ambiente – ha detto –: gente rara che va presa a modello. Le comunità provate dal lutto hanno l’impegno di proseguire su questi valori».
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