In Carnia i pionieri del parapendio
Lodovico Urban ricorda i primi voli sperimentali sullo Zoncolan con Mario Prezioso

TOLMEZZO. Nessuna polemica sulla scaletta e sui contenuti della presentazione dei Campionati Mondiali di deltaplano che si svolgeranno in Carnia nel 2019. Quello di Lodovico Urban, oggi 72enne, è solo un po’ di dispiacere: «Non sono stati ricordati i pionieri di questo sport, che hanno permesso di giungere a questo magnifico traguardo che è il campionato del mondo di deltaplano in Carnia».
La Carnia, appunto. Un territorio che negli anni 70 era all’avanguardia in Italia sul volo libero, con il Delta Club Carnia come punto di riferimento nazionale per il deltaplano. «Mi è dispiaciuto – commenta Urban– che non si siano ricordate che hanno fatto tanto per questo sport, soprattutto una figura preziosa per l’evolversi di questa disciplina di volo come quella di Mario Prezioso, scomparso un paio di anni or sono. Lui che per 15 anni fece parte della Fai, Fédération Aéronautique Internationale».
Prezioso e lo stesso Urban, dopo che in Carnia era stato organizzato un campionato italiano della specialità, furono denunciati in quanto il volo libero veniva accomunato al volo con aeromobile o aliante. «Invece di sospendere le prove – ricorda quasi con un sorriso Urban –, come è accaduto anche a Cortina d’Ampezzo, Prezioso decise di affrontare il problema facendosi denunciare».
Urban e Prezioso, «con l’appoggio dell’onorevole Santuz, allora ministro dei trasporti» vennero convocati a Roma dall’Aereo Club Italiano, dove spigarono la filosofia di questo nuovo sport, il volo libero, che si differenziava dal volo degli aeromobili. Le loro tesi vennero recepite e, una volta entrati nella Fai, si spesero per far conoscere lo sport e dare le risposte alle varie problematiche che questi comportava.
Mentre Urban usciva dal sodalizio terminato questo compito, Prezioso ha rappresentato l’Italia in questo sport a livello internazionale per 15 anni. «Terminò così l’era delle denuncie e dei sequestri dei deltaplani. Questo permise a queste splendide montagne carniche, dove il deltaplano mosse i primi passi sul Curiedi a Tolmezzo, sullo Zoncolan a Sutrio e sul Varmòst a Forni di Sopra, di ospitare il primo campionato italiano della specialità organizzato dall’Aereo Club. E, ora, di ospitarne il campionato mondiale.
Urban porta diversi aneddoti sugli esordi di questo sport. «Abbiamo importato dall’America, assieme a Bruno Donaier, il kit dell’ “ala Rogallo”, un progetto per riportare i satelliti a terra di Francis Rogallo rigettato dalla Nasa».
Poco più di un paracadute, che è stato riprodotto in duralluminio, grazie a Luigino Straulino che aveva una piccola officina a Tolmezzo per gli amanti della specialità in Carnia.
L’ala Rogallo, per differenziarla dagli aeromobili, venne poi denominata da Prezioso e Urban “Deltaplano” durante una riunione per porre le regole per questo nuovo sport con l’Aereo Club d’Italia.
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