In autobus senza biglietto, viaggio fra chi non paga

UDINE. Salgono sull’autobus e passano davanti all’obliteratrice senza timbrare il biglietto, come se nulla fosse. C’è chi utilizza il mezzo di trasporto pubblico anche solo per una fermata. Chi, abbonato, protesta. «Perchè devo dare il buon esempio e pagare per gli altri? Ormai a Udine non c’è più educazione».
Per la nostra inchiesta, ripresa con un telefonino abbiamo scelto due percorsi: la linea 1 che attraversa il centro della città, fino all’ospedale, e la linea 4 che raggiunge il Peep Est, attraverso via Cividale e l’ex caserma Cavarzerani. Risultato finale: su 67 passeggeri, 49 non hanno timbrato il biglietto. Solo 18, invece, hanno usato la macchinetta. Quarantanove abbonati? Difficile dal credere e da dimostrare: durante i tragitti, in uno spazio temporale di circa due ore, non c’è stato alcun controllo da parte di addetti o guardie giurate.
Linea 1
Partiamo dalla stazione degli autobus e dei treni. Alle 10.30 saliamo sulla linea 1, direzione via Chiusaforte. Siamo in compagnia di altri cinque passeggeri. Nessuno di questi timbra davanti ai due dispositivi elettronici posti all’inizio e alla fine dell’autobus.
L’unico obiettivo di queste cinque persone è trovare un posto libero perché il mezzo pubblico è già affollato. Stessa scena in via Aquileia e in via Vittorio Veneto. Un ragazzo di circa trent’anni e una signora utilizzano le porte anteriori, ma la macchinetta rimane “muta”. Solo quando arriviamo nel cuore della città, in via Mercatovecchio, un signore con il bastone, pur facendo fatica a reggersi in piedi e tenendosi attaccato a un corrimano, riesce nell’intento di estrarre dal portafogli il biglietto e a vidimarlo. Una fermata dopo una giovane sale e per tutto il tragitto (fino in via Gemona) rimane attaccata al telefonino.
Arrivati al capolinea decidiamo di tornare indietro. In via Chiusaforte ad attendere l’autobus ci sono due persone che timbrano regolarmente il biglietto. Giunti in ospedale la nostra attenzione si sposta su una giovane coppia. Confabulano per alcuni minuti. Poi uno dei due va dal conducente. Dice di essere privo di ticket e paga un sovrapprezzo. I due giovani, di origine straniera, scenderanno poi in porta Aquileia. Prima di tornare in stazione un’altra scena ci incuriosisce: il viaggio di due signori di mezza età dura appena un minuto. Il tempo di una fermata. In totale 31 non hanno timbrato, 13 sì.
Linea 4
Sono le 11.30 e torniamo al tabacchino per prendere un altro biglietto orario. Saliamo sulla linea 4, spinti anche dalle segnalazioni dei lettori giunte in redazione nei giorni scorsi. E qui i presunti “evasori” spuntano a ogni fermata, da viale XIII Marzo a via Cividale fino a viale Trieste. Su 23 passeggeri solo 5 risultano effettivamente regolari. Lungo la tratta ci ferma Roberto (nome di pura fantasia).
È un abbonato e nota che stiamo riprendendo la scena. «Era ora – ci dice con un sorriso – che qualcuno portasse alla ribalta il problema. Se venite tra le 14 e le 16 qui non paga nessuno. È tutto sbagliato, a partire dal principio. Nei paesi anglosassoni non puoi entrare se non hai timbrato. Trovi una sbarra. Controlli ce ne sono, ma a singhiozzo.
D’altronde le corse sono numerose e i conducenti non possono fare nulla anche se conoscono il problema. Un giorno uno di questi, dopo aver visto entrare una decina di ragazzi privi di biglietto, ha fermato l’autobus e ha detto: «Allora, vogliamo far lavorare questa macchinetta?». E li ha fatti scendere. «Ma è un caso raro – conclude sconsolato –. Hanno trovato quello tosto. Alle volte mi chiedo: perché devo pagare per tutti gli altri? ».
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