In 167 si presentano al ristorante e cenano a sbafo: finisce nei guai l’invitato che aveva prenotato

È successo al ristorante e pizzeria “Da Bepo” di Fiume Veneto. Ecco come sono andate le cose

FIUME VENETO. Cenarono a sbafo in 167 commensali, uno degli invitati è finito a processo per insolvenza fraudolenta. La festa di compleanno è stata prenotata per il 25 settembre 2018 al ristorante e pizzeria “Da Bepo” di Fiume Veneto.

Avrebbero dovuto partecipare 130 persone, si sono presentati invece in 167 convitati, di etnia rom. I ristoratori hanno battuto uno scontrino di 6.770 euro.

Uno degli invitati, presentatosi come Donato Nista, si è offerto di pagare per tutti. Ha compilato e consegnato ai gestori del locale un assegno dell’importo di 6.770 euro, che però poi è risultato privo di copertura e protestato. Martedì 14 luglio, dinanzi al giudice monocratico Eugenio Pergola è iniziato il processo invece per un altro invitato, Giuseppe Morson, 67 anni, residente a Fiume Veneto.

Il pm ha contestato all’imputato di essersi presentato al ristorante e di aver concordato con Dino Moretti, fratello della titolare Sara Maria e cogestore, una cena di compleanno per circa 130 persone, per un costo medio a persona di 32 euro e di non aver pagato poi il conto, adducendo varie scuse.

Interpellato, l’avvocato Gabriele Marin, che assiste Morson, ha respinto al mittente le accuse, sottolineando che il suo assistito, in realtà, si è limitato a presentare delle persone ai ristoratori e si è ritrovato così coinvolto nell’indagine. Per questo ha scelto di affrontare il dibattimento.

«Morson – ha precisato l’avvocato Marin – era un semplice invitato, non c’entra nulla, si è ritrovato coinvolto suo malgrado nell’indagine. Sono stati altri a trattare con i titolari per la cena».

La titolare della Bepo srl si è costituita parte civile con gli avvocati Giovanni Bonora e Eros Palei. Il processo è stato aggiornato al 15 ottobre per trattative in corso sul risarcimento. —

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