Imprenditore e politico udinese accusato di maxi-evasione

UDINE. E’ di tre milioni di euro complessivamente l’evasione fiscale di cui è accusato l’imprenditore e uomo politico udinese Luciano Gallerini.
In dettaglio sono 2,6 milioni in materia di imposte sui redditi e circa 400.000 euro in materia di Iva le cifre accertate dalla Guardia di Finanza nei confronti del professionista di Udine.
Su disposizione del Gip, le Fiame gialle hanno sequestrato beni pari all’imposta evasa.
Dagli accertamenti era emerso che l’uomo aveva omesso di dichiarare la maggior parte dei redditi percepiti dal 2008 al 2013 per le sue attività professionali.
Il sequestro ha interessato due immobili siti a Udine e Grado per un valore complessivo di oltre 300.000 euro, oltre a disponibilità liquide e partecipazioni societarie per circa un milione di euro nella gestione di hotel, residence e ristoranti di lusso dislocati in varie località turistiche regionali (Udine, Lignano Sabbiadoro, Grado, Piancavallo).
Imprenditore e politico, il geometra Luciano Gallerini, classe 1962, comincia la carriera politica da giovanissimo. È tra i giovani rampanti della Democrazia cristiana alla fine degli anni Ottanta quando, però, la Balena bianca esala gli ultimi respiri.
Negli anni Novanta, prima con lo scudocrociato e poi con il Ppi, entra in consiglio comunale a palazzo D’Aronco. Dal 2003 al 2008 è assessore alle Attività produttive dell’ultima giunta Sergio Cecotti, nella lista dei Cittadini, ma si dimette qualche mese prima della fine del mandato per dissapori con lo stesso Cecotti e con la maggioranza.
«C’era troppa diversità d’opinione con l’attuale guida politica della città su alcuni temi chiave – dirà –: valorizzazione del centro storico, gestione del patrimonio e localizzazione grandi strutture, pianificazione urbanistica ed efficienza amministrativa comunale».
Nel 2008 Gallerini rientra in Comune con la «Lista per Udine», che lui stesso fonda e che, però, colloca al centrodestra, all’opposizione.
Nel dicembre del 2010 il suo nome torna alla ribalta perchè, da semplice privato, finanzia i tradizionali fuochi artificiali di Capodanno, che in un primo momento erano stati tagliati per mancanza di fondi nel bilancio.
Nel marzo dell’anno dopo lascia lo scranno in consiglio comunale e quando sembra ormai volersi dedicare anima e corpo alle sue società è nominato, tra le polemiche, nel consiglio di amministrazione del Consorzio Ziu, dove ci rimane fino a febbraio dell’anno scorso.
Nel frattempo il nome di Gallerini si fa sempre più “forte” in città anche a livello imprenditoriale. Allo studio di geometra si affiancano altre società che operano a livello immobiliare e alberghiero.
In pieno centro a Udine ridà lustro a palazzo Antivari e alla relativa galleria Astra, rileva e rivitalizza due alberghi in città (l’ex Apollo ora Art hotel a Paparotti e il Quo Vadis in piazzale Cella), tre a Grado (Fonzari, Europa e Rialto), a Lignano Pineta (Lo Scaligero) e a Riviera (Marina Uno), a Spilimbergo (Grand hotel President) e a Piancavallo (Sport hotel).
Nel frattempo investe, anche, in operazioni immobiliari, progettando, ristrutturando o realizzando una decina di condomini.
A oggi ha cantieri aperti in città nelle vie Fiducio, Duodo, Rialto, delle Erbe e del Pioppo; e a Lignano in via Tirolo, mentre tra le proposte pronte a partire ci sono il porto Mandracchio a Grado e una lottizzazione a Valbruna.
Il richiamo della politica resta, però, forte e nel marzo dell’anno scorso si schiera al fianco di Adriano Ioan con la propria lista civica «Per Udine»: «Una bella sfida sulla quale si gioca il futuro di Udine – spiega –: vogliamo ripartire dalle attività economiche, dal sostegno al commercio, dalla ripresa di attività culturali in grado di calamitare in città quel flusso di persone che drammaticamente latitano, vogliamo creare eventi a sostegno del turismo, per questo anche la nostra lista sarà composta da gente che ama Udine, senza ideologie e senza particolari orientamenti politici, ciò che conta è soltanto la passione civica».
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