Impianti di depurazione più efficienti per ridurre i consumi fino al 40%

Missione green e “ambientalmente corretta” per Cafc, che prosegue nella sua politica di investimenti negli impianti di trattamento delle acque reflue. «È risaputo, infatti, che questi impianti di...

Missione green e “ambientalmente corretta” per Cafc, che prosegue nella sua politica di investimenti negli impianti di trattamento delle acque reflue. «È risaputo, infatti, che questi impianti di depurazione sono caratterizzati da elevati consumi energetici», si legge nel rapporto del Consorzio per l’acquedotto del Friuli Centrale, impegnato nell’operazione revamping, ovvero efficientamento degli impianti maggiormente energivori su tutti e tre i segmenti del servizio idrico integrato.

Gli obiettivi sono dichiarati: abbassare la quota «del 30-40 per cento sui costi di gestione e sullo smaltimento dei fanghi e salvaguardare l’ambiente. Il gestore mostra la sua attenzione per l’habitat grazie a interventi migliorativi in fase di implementazione per efficientare i consumi energetici. La soluzione adottata - prosegue l’informativa del Cafc - passa attraverso la cogenerazione di energia elettrica e termica applicata a impianti industriali, ricetta fra le più interessanti per l’abbattimento dei costi e il miglioramento della sostenibilità ambientale. La sperimentazione avviata nel 2016 nell’impianto di San Giorgio di Nogaro sta dando buoni risultati, con risparmi annui dell’ordine di 180 mila euro».

Dati in merito ai quali il presidente del Cafc, Salvatore Benigno, annuncia che «tutti i nostri grandi impianti di depurazione acque con linee fanghi complesse (digestioni anaerobiche, essicca-mento, incenerimento) si presteranno a revamping di questo tipo, per ottimizzare il bilancio energetico del sito e incidere favorevolmente nei risultati del bilancio economico».

L’esperienza di Cafc nell’abbinamento di una sezione di cogenerazione agli impianti di depurazione delle acque reflue ha confermato la validità dell’intervento nell’ottica di un miglioramento della gestione in termini economici e di sostenibilità.

A un anno dall’installazione e gestione del cogeneratore a servizio dell’unità di essiccazione fanghi nell’impianto di San Giorgio (700 mila abitanti), «i risparmi ottenuti sono stati stimati in oltre 130 mila euro: in questo impianto, che riceve reflui per circa 120 mila AE (abitante equivalente), si trattano i reflui provenienti dalla Zona Industriale Aussa-Corno oltre alle acque reflue urbane provenienti dai comuni di Carlino, Cervignano, Marano Lagunare, Muzzana del Turgnano, San Giorgio di Nogaro e Torviscosa».

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