Il virus frena anche le vendite giudiziarie, ma aumentano le aste legate a fallimenti

UDINE. I riflessi dell’emergenza sanitaria si sono fatti sentire anche nelle vendite immobiliari all’asta, accentuando la fase discendente delineata già nel 2019. Nel 2020, infatti, i lotti assegnati dall’Istituto vendite giudiziarie di Udine sono stati il 25 per cento in meno rispetto all’anno precedente.
Tra i beni aggiudicati, spiccano quelli derivanti da fallimenti. Acquistare beni (case e appartamenti in primis) è stato sicuramente vantaggioso – come conferma una riduzione media del prezzo che ha raggiunto il 58% – anche se nel 2020 gli affari conclusi hanno riguardato 330 lotti, contro i 439 del 2019 e i 630 del 2018.
Meno immobili aggiudicati che, lo scorso anno, hanno garantito anche un incasso minore da parte del tribunale, pari a 25 milioni di euro, a differenza del 2019, quando la riduzione degli acquisti era stata invece accompagnata in proporzione da un maggior guadagno nel confronto con i dodici mesi precedenti.
«A differenza di quanto accaduto nel 2019 – chiarisce Andrea Merlino, responsabile delle custodie immobiliari dell’istituto di via Liguria – sicuramente vi è stato un calo sia delle vendite sia del ricavato. Le ragioni alla base di questa flessione sono duplici: da un lato sicuramente ha inciso lo stop intervenuto da metà marzo a settembre 2020 a causa del Covid, dall’altro ha influito la sospensione delle esecuzioni di pignoramento dell’abitazione principale del soggetto debitore».
Una condizione che ha inevitabilmente portato allo slittamento di alcune procedure, ma non delle attività di custodia in capo all’Istituto vendite giudiziarie.
Dei 330 beni aggiudicati, 275 derivano da comuni esecuzioni, 52 da fallimenti (per un ricavo di circa 5 milioni) e 3 da cause civili. La porzione più grande delle aggiudicazioni ha interessato anche nel 2020 la sfera residenziale, anche se in misura minore rispetto al passato.
«Di particolare interesse – sottolinea Merlino – sono state le vendite di “villa Miotti” a Tricesimo e dell’Hotel Nevada a Tarvisio. In generale vi è stato un aumento di procedure fallimentari, liquidazioni coatte amministrative e concordati preventivi con chiusura delle stesse in tempi brevi, velocizzando l’iter delle pratiche e il soddisfacimento dei creditori».
Le zone più gettonate dagli acquirenti restano sempre Udine e Lignano, dove però gli affari sono più difficili da concretizzare poiché il margine di spuntarla a un prezzo minore è di fatto più risicato.
Il prezzo fissato a base d’asta di un immobile è destinato quasi sempre a salire, infatti, dal momento che gli interessati solitamente sono più di uno. A differenza, invece, dei lotti in zone lontane da mete produttive e turistiche: in quei casi gli affari sono dietro l’angolo.
L’Istituto vendite giudiziarie di via Liguria ha registrato anche 114 pratiche estinte nel 2020. Si tratta di quei casi in cui il proprietario del bene, generalmente un’abitazione, è riuscito a estinguere il debito maturato con i creditori e a rientrare così in possesso del suo bene.
Un dato che registra una leggera flessione al confronto con l’anno precedente, quando le procedure esecutive cancellate erano state complessivamente 132, mentre nel 2018 erano ben 176. I nuovi incarichi di custodia immobiliare, i beni cioè finiti per la prima volta nel listino dell’Ivg, sono stati 256 (su un totale di circa 1.200 beni), 46 in meno dell’anno prima.
Le visite effettuate lo scorso anno, bloccate per diversi mesi dalla pandemia, sono state 3.500 (5 mila nel 2019), mentre le buste depositate per vendite delegate, infine, sono state 801, contro le 1.168 del 2019. —
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