Il vescovo da Castelmonte: «Le parrocchie si aiutino»

PREPOTTO
La chiesa friulana affida alla Madonna di Castelmonte il percorso del cambiamento: quel processo di apertura, collaborazione e condivisione tra parrocchie che l’arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, ha dettagliato in un documento presentato alla comunità dei fedeli lo scorso luglio e divenuto operativo pochi giorni fa, all’inizio del mese.
Ai piedi del santuario, durante la messa solenne celebrata davanti a centinaia di pellegrini e a conclusione del tradizionale pellegrinaggio diocesano dell’8 settembre (ricorrenza della Natività di Maria), il vescovo ha spronato ecclesiastici e laici a impegnarsi per dare concretezza a linee guida che ridisegnano il principio dei rapporti inter-parrocchiali: «Le cooperazioni – ha ribadito, soffermandosi sul titolo del testo di cui sopra – sono una nuova opportunità per la missione pastorale della Chiesa sul territorio friulano. Il nostro obiettivo dev’essere quello di diventare sempre più uniti, di raggiungere una comunione vera, autentica. Non sarà facile, ne sono consapevole. Io stesso mi chiedo se saremo capaci di concretizzare il progetto, andando controcorrente, perché oggi sembra prevalere la zizzania dell’individualismo. Riusciranno a prendere vita, le collaborazioni che auspico, o resteranno un sogno nel cassetto? Le parrocchie avranno la forza di aprirsi le une alle altre, scoprendo la gioia dell’aiuto reciproco?».
Interrogativi leciti, anzi, praticamente inevitabili, ha osservato monsignor Mazzocato, invitando tuttavia alla fiducia: «La Chiesa – ha detto – può contare su un’intrinseca riserva di energie. Ce l’ha indicata San Paolo, esortandoci ad avere gli stessi sentimenti di Cristo: lì, nel vivere e nell’operare secondo l’esempio di Gesù, sta la nostra forza. Se così faremo, le collaborazioni pastorali potranno fiorire e la solidarietà fra di noi crescerà».
Ecco, allora, l’affidamento alla Vergine di Madone di Mont, luogo caro a tutta la gente del Friuli: «Dobbiamo tenere viva la sua presenza – ha auspicato l’arcivescovo, ricordando che con il pellegrinaggio si è concluso l’anno pastorale dedicato proprio a Maria – nella nostra quotidianità, personale e di comunità. C’è tanto bisogno di gioia vera anche qui in Friuli, dove a volte si respira un clima quasi crepuscolare, di tristezza».
Un’«aria pesante», ha concluso rivolgendosi alla folta platea di fedeli, che solo una profonda comunione può scacciare: «Preghiamo la madre di Cristo di vegliare sull’arcidiocesi, intercedendo per la nostra comunità cristiana». —
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