«Il vero baffo della Moretti era uno scienziato toscano»

UDINE. Il vero baffo della Moretti non era un contadino tirolese, bensì uno scienziato toscano.
A rivendicare la “paternità” dell’immagine del Baffone ora è la famiglia Candidi Tommasi Crudeli. E lo slogan del messaggio pubblicitario, con un anziano che affonda i baffi nella schiuma delle birra appena spinata, risale addirittura al 1909.
Si tratterebbe di Corrado Tommasi Crudeli, nativo di Pieve Santo Stefano in provincia di Arezzo, garibaldino della prima ora, dei Mille, uomo politico dell’Italia unita ma soprattutto medico scienziato.
La sua affascinante biografia di patriota – fu anche docente di anatomia patologica a Firenze, Palermo e Roma, fondatore del primo Istituto nazionale di igiene a Roma, senatore a vita che si batté per l’istruzione, la profilassi malarica e l’emancipazione delle donne – inizia coi moti del 1848 assieme a Giuseppe Montanelli (nonno di Indro), arrestati a Pisa e scarcerati per la clemenza del Granduca.
Dopo gli studi in Germania e Francia, rientrò in Italia nel 1859 per arruolarsi con i Cacciatori delle Alpi. Partecipe della Colonna Medici dei Mille, ferito a Milazzo e Messina, completò la spedizione con la battaglia del Volturno e, su incarico di Bettino Ricasoli, contribuì a fondare la facoltà di Medicina a Firenze.
Nel 1862 al Varignano fece parte del consesso di luminari che si opposero all’amputazione della gamba di Garibaldi, a seguito della ferita nello scontro in Aspromonte, tanto che l’eroe per gratitudine gli donò la prima bandiera repubblicana clandestina italiana, con al centro l’immagine di Giunone Turrita e la scritta «Italia Libera» e senza Savoia.
È chiaro che un personaggio di tale spessore fu un mito per il nipote Raoul, che decise di ispirarsi a quella figura con tanto di baffi risorgimentali – affondati nella schiuma – per reclamizzare la nuova birra udinese.
Per capire cosa lega questa immagine alla birreria occorre fare però un passo indietro. Nel 1906 Raoul giunse a Udine con Riciotti Garibaldi (figlio del Generale) per sostenere l’irredentismo, che operava nel retrobottega della farmacia Colutta.
Nel 1908 Raoul sposò Anna del Fabbro di Villa Santina e strinse amicizia con il conte Douglas von Thorn Valsassina proprietario dell’antica birreria Sorgendorf a Bleiburg (a est di Klagenfurt) che funzionò fino al 1990.
Raoul acquistò il brevetto della Sorgendorf e un’area in fondo a viale Ledra (poi Legnami Piussi), realizzando un salto sulla roggia per ricavarne energia.
Nel 1909, non essendoci ancora il Tempio Ossario, Sorgendorf e Moretti erano dunque dirimpettaie. Con la disfatta di Caporetto la birreria venne devastata, Raoul perse la vita al fronte e la moglie svendette l’intera proprietà alla Moretti, che s’impossessò anche del logo.
Nell’immagine originale il Tommasi Crudeli indossava un cappello con falde larghe toscane e l’irrinunciabile fiocco garibaldino, tenendo il boccale con la destra dentro il quale si era appena bagnato i baffi. Gli stessi baffi e la stessa espressione del busto del senatore, esposto alla Sapienza e al Gianicolo, a Roma.
Il titolare dell’azienda Lao Menazzi Moretti indubbiamente scattò la foto al famoso vecchio nella trattoria Boschetti, ma l’idea del baffo con schiuma di birra la prese dal logo della Sorgendolf da lui o dalla sua famiglia acquistata 30 anni prima, e lo sapeva, come indicano i discendenti di Raoul.
Probabilmente senza il baffone garibaldino (Corrado era soprannominato “tricheco” appunto per i baffi) e senza la disfatta di Caporetto, le cose sarebbero andate diversamente e la Moretti, forse, «non avrebbe mai avuto questa intuizione di baffoni intinti nella birra».
I discendenti di Raoul Candidi Tommasi Crudeli chiedono solo si sappia che l’idea non è sorta «contemplando» un contadino tirolese.
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