Il segreto del made in Friuli? Qualità e assistenza post vendita

UDINE. Quasi il 25 per cento delle merci prodotte nel Friuli Venezia Giulia prende la strada del mercato franco-tedesco e un altro 9,4 per cento quella per gli Usa. Anche nel 2014 la Germania è stata la principale partner commerciale: fatto 100 l’export totale, il 14,6 per cento è stato venduto ai tedeschi e un altro 9,9 per cento ai francesi. Nel 2014 il Friuli Venezia Giulia ha incassato dalle vendite all’estero oltre 12 miliardi di euro (più 5 per cento rispetto al 2013). È l’ufficio studi della Cgia di Mestre ad aver analizzato in dettaglio tipologia di merci prodotte in regione e Paesi di destinazione. Un’analisi dalla quale arrivano molte conferme, e qualche sorpresa.
Al top
I macchinari sono la tipologia produttiva che le imprese sanno vendere meglio: ad eccezione di Gorizia (che ha nella fabbricazione delle navi il settore che traina l’export), nelle altre 3 province del Friuli Venezia Giulia sono il prodotto più richiesto all’estero. Il secondo manufatto esportato a livello regionale sono i prodotti metallurgici (per un valore di 1,5 miliardi di euro) e il terzo è costituito dai mobili (1,23 miliardi di euro).
Il trend
Rispetto al 2013, le esportazioni dei macchinari sono aumentate del 6,2 per cento. In termini assoluti, l’anno scorso sono stati “piazzati” nel mondo un volume di vendite pari a 3,24 miliardi di euro (il 27 per cento dell’export totale): di questi, poco più di 1,3 miliardi sono “ascrivibili” alla provincia di Udine, altri 1,1 a quella di Pordenone, 570 milioni a quella di Trieste e 229 milioni a quella di Gorizia.
Specificità
Se nel capoluogo giuliano l’81 per cento delle macchine esportate sono motori, apparecchiature fluidodinamiche, turbine, pompe e altri apparecchi di questo tipo, nell’Isontino prevale l’export di bruciatori, forni, macchine per la refrigerazione/ventilazione e apparecchi per la movimentazione e il sollevamento. Nelle province di Udine e Pordenone la parte del leone la fanno invece le macchine per gli impieghi speciali per la lavorazione dei metalli, per l’industria alimentare, per la carta, per il tessile/abbigliamento, per le materie plastiche e per la gomma.
Il raffronto
Rispetto al 2008, anno di inizio della crisi, le esportazioni del Friuli Venezia Giulia si sono attestate, a fine 2014, a 12 miliardi 12 milioni di euro, ancora sotto il saldo del 2008 che era di 13 miliardi 244 milioni di euro (con una distanza del meno 9,3 per cento), ma rispetto al 2013 la crescita è stata del 5 per cento. Le singole province hanno, però, performance diverse. Trieste, ad esempio, ha recuperato i valori pre-crisi con un saldo, nel 2014, di un miliardo 972 milioni di euro, contro un miliardo 855 milioni del 2008 (più 6,3 per cento); rispetto al 2013 l’incremento è stato del 9,4 per cento. Le altre tre province, invece, devono ancora agguantare i valori pre-crisi. Gorizia si è fermata a un miliardo 440 milioni, contro 1,609 del 2008, con una differenza del 10,5 per cento, e una crescita sul 2013 del 7,4 per cento.
Udine si è fermata al 31 dicembre scorso a 5 miliardi 75 milioni contro i 5 miliardi 861 milioni del 2008 (meno 13,4 per cento), mentre sull’anno precedente la crescita è stata del 4,4 per cento. Infine Pordenone presenta un saldo 2014 a 3 miliardi 524 milioni, a fronte dei 3 miliardi 919 milioni del 2008, da cui lo separa una differenza negativa del 10,1 per cento, mentre sul 2013 la variazione è positiva del 2,7 per cento. Allargando lo sguardo al Nordest, l’aggregato delle regioni certifica il raggiungimento dell’obiettivo. L’export del 2008 ammontava a 69,44 miliardi, nel 2014 ha raggiunto i 73,4 miliardi di euro, con una variazione del 5,7 per cento; il raffronto 2014-2013 evidenzia una crescita del 3 per cento. Anche l’Italia ha recuperato il terreno perduto passando dal 369 miliardi del 2008 ai 397,9 del 2014 (più 7,9 per cento).
I mercati
Nella classifica redatta per incidenza del Paese nelle esportazioni friulgiuliane, al primo posto e saldamente, c’è sempre la Germania che intercetta il 14,6 per cento delle merci vendute all’estero dalle imprese regionali, con un valore di un miliardo 756 milioni di euro (più 4,5 per cento rispetto al 2013). Al secondo posto c’è la Francia, che rappresenta il 9,9 per cento dell’export del Fvg, con un miliardo 187 milioni (22,3 per cento di aumento sull’anno precedente).
Quindi al terzo posto, gli Stati Uniti, verso i quali si dirige il 9,4 per cento delle merci esportate, con un valore di un miliardo 127 milioni, (più uno per cento sul 2013). A distanza (circa 500 i milioni di differenza) e al quarto posto, c’è il Regno Unito dove va il 5,4 per cento dell’export regionale per un valore di 652 milioni (7,1 per cento). Seguono Austria, Slovenia e Spagna.
All’ottavo posto c’è la Cina con 341 milioni di merci dirette in quel Paese, pari al 2,8 per cento dell’export regionale, in flessione dell’8,1 per cento rispetto al 2013. Tra le curiosità, c’è l’incremento notevole di Panama (complice il raddoppio di quel canale grazie alle paratie realizzate dalla Cimolai) che passa da 68 milioni del 2013 ai 195,4 del 2014 (più 187,2 per cento). Segue l’Algeria (più 132,4 per cento), che lo scorso anno ha intercettato merci per 190,7 milioni di euro contro gli 82,1 milioni del 2013.
Per macroaree, l’Unione Europea fa ovviamente la parte del leone con 7 miliardi e 81 milioni (più 4,9 per cento), e pari al 59 per cento delle esportazioni regionali. L’extra Ue si ferma a 4,93 miliardi (più 5,3 per cento).
Le province
Dall’analisi delle destinazioni per provincia emerge che a determinare l’exploit verso Algeria e Panama sono proprio le imprese udinesi. Destinazione Panama di beni per 158,5 milioni (più 315,9 per cento), mentre per l’Algeria da Udine sono partite merci per 145,7 milioni (più 153 per cento).
Udine ha incrementato l’export verso Germania, Austria, Slovenia, Cina, ma non verso Usa, Regno Unito, Spagna. Pordenone invece ha registrato una lieve flessione verso la Germania (meno 0,4 per cento), e verso la Francia, (meno 0,8), ma ha incrementato le esportazioni verso il Regno Unito (più 24,7 per cento)) e gli Usa (più 14,8 per cento).
La provincia di Trieste, oltre ad aver più che raddoppiato l’export verso la Francia, ha scoperto l’Indonesia (più 4.508,9 per cento), la Mauritania (73.214 per cento), il Venezuela (più 14.754 per cento), sia pure su valori modesti. Infine gli Stati Uniti sono il primo paese di riferimento per Gorizia: 583 milioni di euro, più del 40 per cento del proprio export.
Il commento
«Negli ultimi anni - è la considerazione del segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - ci siamo specializzati nella produzione di macchinari, grazie al know how delle nostre maestranze, all’affidabilità, alla qualità, all’elevato livello tecnologico raggiunto e, soprattutto, ai servizi post vendita che siamo riusciti a garantire nei mercati stranieri. Abbiamo sbaragliato i competitori tedeschi, francesi, giapponesi e statunitensi, dimostrando di non temere alcun confronto, in particolar modo sul terreno della ricerca e dell’innovazione tecnologica».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto








