Il rombo delle motociclette per l’addio a Max il rocker

Moraro: folla ai funerali del centauro di 41 anni morto sabato notte in un incidente Gli amici si sono poi ritrovati in un agriturismo ricordandolo con la sua musica
Bumbaca Gorizia 15.04.2015 Moraro, funerale Massimo Turus Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 15.04.2015 Moraro, funerale Massimo Turus Fotografia di Pierluigi Bumbaca

MORARO. Centinaia di persone hanno dato ieri a Moraro l’ultimo abbraccio a Massimiliano Turus, il popolare centauro e rocker morto a 41 anni nella notte tra sabato e domenica uscendo di strada con la moto. Ai funerali, celebrati nella chiesa di Sant’Andrea, hanno partecipato amici e conoscenti giunti da tutta la provincia.

Il feretro è arrivato preceduto da un corteo formato da una quarantina di moto di ogni tipo, amici che - come Max - condividevano questa passione. La bara ha fatto il suo ingresso in una chiesa già piena. A portarla gli amici di sempre, che hanno voluto così accompagnarlo in questo suo ultimo viaggio, mentre tutti i presenti l’hanno salutata con un lungo applauso che lasciava trasparire la tristezza, la commozione, il dolore, ma anche il grande affetto di tutti.

La messa è stata celebrata da don Claudio Cidin e da don Fausto Furlanut. Alla fine della celebrazione, il feretro è stato accolto fuori dalla chiesa dal rombo delle moto dei biker, un triste frastuono che ha rimbombato in tutto il paese e ha accompagnato il feretro di Max lungo le vie di Moraro fino al cimitero. Il corteo, al camposanto, è stato accolto da una coltre di fumo bianco, il saluto prodotto dal “burn out”, dalla gomma di una motocicletta che li aveva preceduti disegnando uno zero sulla strada. Un modo originale ma sentito di rendere omaggio a Massimiliano fino all’ultimo metro del suo percorso terreno.

Tutti gli amici si sono poi spostati in un agriturismo in centro a Moraro, dove si è voluto ricordarlo a suon di musica. Sono stati raccolti tutti i cd dei gruppi in cui Max Turus aveva suonato negli anni, facendo girare a tutto volume le note delle canzoni con la sua voce. Sono state esposte le magliette commemorative del gruppo e sue foto, mentre amici e compaesani hanno realizzato uno striscione con su scritto “Ciao Max, Buon viaggio!” e su quale tutti i partecipanti al convivio “ad memoriam” potevano apporre la propria firma.

Max Turus - come abbiamo riferito - era molto conosciuto non solo a Moraro, ma in tutto il Triveneto per la sua passione per la musica hard rock e heavy metal, della quale aveva fatto uno stile di vita. Già da giovane aveva riversato sui palchi di tutto il Triveneto e della vicina Slovenia la sua carica umana e artistica. Dopo diverse esperienze come cantante in alcune cover band, assieme ad altri amici aveva fondato i Dagh, gruppo hard rock che per gli appassionati della provincia era diventato un punto di riferimento, riuscendosi da subito a togliere anche delle importanti soddisfazioni calcando i palchi di artisti del calibro di Elisa e dei Nomadi. Oltre a questo è stato fin dalle prime edizioni,e per oltre un decennio, uno dei promotori e organizzatori del festival “Morarock”, che ha visto suonare sul palco del campo sportivo della piccola cittadina isontina alcuni gruppi di rilievo della scena musicale heavy.

Piercarlo Donda

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