Il regolamento condominiale non prevede luoghi di culto

Il regolamento del condominio Mercurius parla chiaro: nella palazzina al civico 18 di via della Rosta possono trovare spazio «solamente abitazioni, negozi o uffici». Centri culturali o di preghiera non sono quindi contemplati. Il documento, stato stilato negli anni Sessanta, ed è stato approvato dai condomini. «Sarà soltanto e unicamente l’assemblea dei condomini a esprimersi su un eventuale cambio di utilizzo – spiega l’amministratore di condominio –».
Non sarà una decisione facile. Le premesse non sono altrettante buone. Le prime lamentele, infatti sono già arrivate alle orecchie dell’amministratore. «La gente è preoccupata del via vai che si può creare – racconta l’amministratore – della convivenza con usi e costumi diversi, ma anche del deprezzamento del valore dei singoli immobili. Non è una questione di razzismo – puntualizza l’amministratore –. Noi dobbiamo attenerci per ora all’unico regolamento che abbiamo. Anche un’eventuale sala scommesse o addirittura una chiesa cattolica dovrebbero passare attraverso il voto dell’assemblea, che, visto il tema delicato, si riunirà a giorni».
Tutto è iniziato alcuni mesi fa quando al primo piano del civico 18 è apparso il cartello affittasi. Qui c’era prima uno studio di fotografi. Tutto in regola quindi con il regolamento in quanto si trattava a tutti gli effetti di un ufficio. Prima ancora c’era un supermercato. Poi si è sparsa la voce. Si parlava inizialmente di una sala scommesse, poi si è concretizzata con il passare dei giorni l’ipotesi di una moschea.
«Abbiamo così scritto alla proprietà alcune righe – continua il professionista – per chiedere lumi ricordando cosa cita il regolamento. Come risposta ci è stato detto che l’affitto era stato concesso a un’associazione culturale denominata “I pacifici di Udine”. Dai giornali poi abbiamo appreso che si sarebbe trattata di una moschea. Ad oggi non abbiamo avuto alcuna conferma su quale tipo di attività svolgeranno».
La preghiera non sarebbe quindi prevista dal documento sottoscritto dalla quarantina di residenti del condominio Mercurius «a meno che gli stessi non decidano di cambiare destinazione d’uso e aprire anche a questo tipo di attività». Continua a far discutere, insomma, l’apertura della terza moschea a Udine, dopo quella di via Marano e via San Rocco, da parte, questa volta, di un gruppo di musulmani bengalesi. Sono divisi anche gli stessi residenti di via della Rosta, nel quartiere di borgo Stazione, tra chi è assolutamente contrario e chi, invece, è più tollerante e ritiene l’apertura di un nuovo centro islamico una forma di rispetto nei confronti di una differente cultura.
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