Il reato è prescritto: prosciolto l’ex vertice dell’Ospizio di Grado

Sei gli imputati che erano accusati di malversazione Il presidente del Tribunale di Gorizia revoca i tre commissari

GRADO. Sul processo per malversazione legato ai lavori nella vecchia sede dell’Ospizio marino è scesa la scure della prescrizione. Il collegio giudicante del tribunale di Gorizia (presidente Clocchiatti, a latere Russo e Rozze) dopo una breve camera di consiglio ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti dei sei imputati, tutti facenti parte dell’ex Cda della Fondazione Ospizio marino: il presidente Rodolfo Medeot e i consiglieri di amministrazione Amedeo Morra, Roberto Marin, Massimo Vosca, Emanuele Oriti e Mario Pamio.

D’altra parte il pubblico ministero Michele Martorelli ha affermato, nel suo intervento, che il processo non doveva neppure iniziare perché il reato era già prescritto al momento della richiesta di rinvio a giudizio. C’è chi ha cercato di ottenere l’assoluzione. I difensori di Marin, gli avvocati Luca Ponti e Riccardo Cattarini, hanno sostenuto con forza l’estraneità alle accuse mosse al loro assistito, ma senza ottenere riscontro dai giudici. Un’assoluzione che avrebbe garantito Marin da una possibile azione civile di risarcimento danni che la curatela dell’Ospizio marino può intraprendere dinanzi a una sentenza di prescrizione.

Infatti ieri si è costituito in aula come parte lesa il commissario liquidatore della Fondazione Ospizio marino con l’avvocato Nereo Battello. Anche per la parte civile i giudici hanno dichiarato la prescrizione, ma è un segnale di come il nuovo commissario intende affrontare il caso Ospizio marino. Il processo era nato da un contributo di 350mila euro che nel 2001 la Regione concesse alla Fondazione per la ristrutturazione e l’adattamento funzionale della sede storica di via Fiume, che si trovava in uno stato di degrado. Invece i soldi vennero utilizzati per altri interventi nella vicina clinica Sant’Eufemia e per scopi sanitari non previsti dallo statuto dell’Ospizio marino.

La Procura della Repubblica ha sempre sostenuto che quei soldi furono utilizzati per predisporre al piano terra il sito necessario a ospitare la futura sezione diagnostica e al secondo piano le sale chirurgiche. Per utilizzare in tal modo questi soldi la Fondazione avrebbe dovuto predisporre una variante al progetto e sottoporla al nulla osta regionale. Il mancato dibattimento processuale ha impedito di chiarire i rapporti tra Regione e Fondazione Ospizio marino, perché alcuni legali hanno citato alcuni esponenti regionali tra cui l’ex presidente della Regione Riccardo Illy, gli ex assessori regionali ai Lavori pubblici Gianni Pecol Cominotto e alla Sanità Ezio Beltrame, l’allora direttore dell’assessore alla Sanità Cesare De Simone.

Intanto il nuovo presidente del Tribunale di Gorizia Giovanni Sansone ha revocato il mandato ai tre commissari liquidatori della Fondazione Ospizio marino di Grado Doretta Cescon, Paola Ferraris e Paolo Tomba; al loro posto ha nominato l’avvocato triestino Enrico Guglielmucci. Pesanti i rilievi mossi ai tre commissari ai quali il presidente del Tribunale imputa di aver fatto ben poco per risolvere il caso dell’ospizio marino, un ente che ha al suo attivo 100 anni di vita e un servizio, soprattutto verso i disabili, che era molto apprezzato dagli utenti.

Quello nei confronti dell’Ospizio marino è stato probabilmente uno dei primo provvedimenti presi da Sansone dopo il suo arrivo a Gorizia. Il suo insediamento, infatti, è del 14 aprile scorso ed è del 16 aprile la convocazione dei tre commissari. La revoca del loro mandato e della nomina del nuovo commissario liquidatore porta la data del 24 aprile. Anche la decisione della Fondazione Ospizio marino di costituirsi parte civile nel processo per malversazione, pur sapendo che incombeva la prescrizione, è un chiaro segnale che il presidente del Tribunale ha voluto mandare a chi ha puntato fino ad ora su ritardi e indugi. (fra.fem.)

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