Il questore di Udine ai dirigenti scolastici: "Denunciare i bulli è un dovere"

UDINE. «Voglio fare un appello particolare ai dirigenti degli istituti scolastici, affinchè non esitino a informare tempestivamente le autorità competenti di eventuali episodi di violenza o di altri comportamenti che potrebbero compromettere la salute, l’incolumità e la serenità dei ragazzi».
Con queste parole, che non lasciano spazio a dubbi, il questore di Udine Claudio Cracovia ha voluto mandare – all’indomani dell’operazione della Squadra mobile che ha portato all’arresto di due minorenni per rapina, tentata estorsione e lesioni – un messaggio molto chiaro ai responsabili delle scuole della città e della provincia, di qualsiasi grado.
Per il capo della polizia, insomma, qualora dovessero verificarsi eventi ricollegabili al fenomeno del bullismo, non ci deve essere spazio per considerazioni di altro genere. Bisogna pensare solo ai ragazzi, al loro bene e attivare tutte le risorse disponibili, in primis quelle istituzionali, visto che esistono.
All’interno della questura di viale Venezia, infatti, non solo esiste un ufficio Minori che si occupa delle problematiche familiari e dell’infanzia, ma c’è pure una Sezione specializzata (Reati contro la persona) della Squadra mobile. Senza dimenticare la polizia postale, pronta a combattere anche il bullismo compiuto attraverso Intenet, il cosiddetto Cyberbullismo.
«Ricordo poi – ha aggiunto il questore Cracovia – che i dirigenti scolastici assumono anche il ruolo di pubblici ufficiali, in quanto hanno l’obbligo di denunciare i reati di cui vengono a conoscenza nell’esercizio delle loro funzioni».
Subito dopo il questore volge il suo pensiero ai ragazzi, a tutti gli studenti che potrebbero ritrovarsi nel mirino di qualche bullo. «Vorrei che capissero – spiega – che certi pesi e certe situazioni non possono essere affrontate in solitudine. Bisogna necessariamente appoggiarsi, confidarsi e trovare conforto in qualcuno. Famiglia, scuola, servizi e ovviamente ci siamo anche noi, come dicevo».
«Certo – argomenta ancora il numero uno della questura –, la recente indagine sugli episodi di bullismo avvenuti verso la fine dell’anno scolastico 2014-15 in un istituto della zona Centro studi documenta l’aspetto repressivo dell’attività della polizia.
Ma ci tengo a sottolineare che quello non è certo il compito esclusivo delle polizia. Anzi – precisa lo stesso questore –, non è nemmeno il principale. In ambito scolastico vogliamo fare leva soprattutto sulla prevenzione, infatti siamo impegnati sia in progetti condivisi con altre istituzioni, sia in iniziative esclusivamente nostre.
Lo scopo è innescare nei giovani il rifiuto di ogni forma di violenza, anche quelle che a volte fanno contro loro stessi. E penso all’alcol e alla droga. In sostanza vorremmo evitare che cadano nelle trappole che purtroppo sono disseminate nel nostro vivere quotidiano. E in questo contiamo molto sui progetti corali che vedono il coinvolgimento non solo delle scuole, ma anche delle famiglie».
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