Il progetto per minori con disagi divide la popolazione a Colugna

Da una parte i cittadini che, spaventati da ciò che non conoscono e preoccupati per la loro sicurezza, avevano bisogno di risposte. Dall’altra quelli che aprono le loro porte ai minori in difficoltà. Un dibattito anche acceso, ma chiarificatore.
Martedì sera, a Colugna, si è tenuto l’incontro organizzato dalla cooperativa Itaca e dal Comune per illustrare il progetto della Casa di Ardea, il gruppo di appartamenti per ragazzi che sarà attivato a ottobre in via Cuneo.
«I minori, tra 14 e 18 anni, saranno seguiti 24 ore al giorno – dice la presidente di Itaca, Orietta Antonini –. Si tratta di ragazzi che stanno vivendo una situazione di disagio, anche legata alla propria famiglia. Noi lavoriamo per dare loro un’opportunità di reinserimento».
I residenti mostrano alcune perplessità. «I ragazzi hanno problemi di droga o con la giustizia?», chiede qualcuno. «Se avevate bisogno di una zona ben collegata ai servizi potevate comprare una casa in zona stazione – afferma un ragazzo –. Li controllate tutto il giorno? Allora forse la nostra preoccupazione è giustificata».
Criticate anche le modalità di comunicazione del progetto. «Siamo venuti a sapere dell’iniziativa dal Messaggero Veneto e questo non è un bel modo di informarci: è dal 2017 che cerchiamo di capire qualcosa in più – rileva una residente di via Cuneo –. L’età dell’adolescenza è difficile, come affronterete la gestione di questi ragazzi?». C’è anche chi si preoccupa della viabilità: «Dove parcheggeremo?».
Gli animi si scaldano, il sindaco Moreno Lirutti mette ordine. «Itaca, realtà indipendente, poteva collocarsi dove voleva: c’è stato un primo procedimento in cui la cooperativa ha deciso di ristrutturare un’abitazione. Poi il Comune, verificati i requisiti, ha dato l’autorizzazione al centro, nel rispetto della normativa. Solo un mese fa è arrivato l’accreditamento regionale».
Tra alcuni malumori, un’importante fetta dell’assemblea si è invece dimostrata entusiasta. «L’integrazione è fondamentale e io non vedo l’ora di invitare questi ragazzi a mangiare da me – commenta una donna –. È un periodo difficile per tutti, dobbiamo restare umani». C’è chi si mette a disposizione per fare volontariato e chi, come il responsabile dell’Orto collettivo, Marino Visentini, è pronto a collaborare per eventi futuri.
«Colugna è un paese solidale da sempre e questa è una risorsa, non c’è da avere paura», commenta un uomo. «Diamo una possibilità di reinserimento ai ragazzi: non sono bestie da tenere in un recinto», sottolinea una donna.
Antonini rassicura i presenti (tra i ragazzi, inviati dai servizi sociali e sanitari, non ci saranno tossicodipendenti) e, assieme a Lirutti, recita un mea culpa: «Ci dispiace non aver comunicato in modo adeguato la novità: nei prossimi giorni i residenti potranno visitare la casa». —
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