Il post punk friulano rivive con Glen dei Sex Pistols

Matlock nell'avamposto storico d'Italia a più di 30 anni dal “The Great Complotto”

CORDENONS. Leggenda storica del punk inglese e primo bassista dei Sex Pistols, Glen Matlock è considerato uno tra i principali porta voci di quell’urlo di ribellione che 40 anni fa portò alla nascita di “Anarchy in the U.K.”, facendone diventare il simbolo distintivo di un genere musicale che di lì a poco avrebbe iniziato ad essere emblema di una intera generazione.

Dopo aver composto la maggior parte del repertorio dei Sex Pistols, tra cui le famosissime “God save the Queen” e “Pretty Vacant”, Glen Matlock abbandonò il gruppo otto mesi prima dell’uscita del leggendario disco, prima che il punk raggiungesse il culmine i termini mediatici.

Ancora oggi, a 60 anni compiuti, dopo essersi aperto ad altre realtà musicali (tra cui collaborazioni con artisti come Johnny Thunders e suonando negli Spectres, London Cowboys), conserva quell’originalità e anticonformismo che continuano a renderlo una delle personalità musicali più attendibili se si parla di Punk.

I più appassionati l’hanno potuto riascoltare recentemente al locale Rock Town di Cordenons, dove il celebre musicista si è esibito in un acustico, interpretando molti dei suoi brani più noti, da quelli scritti con i Sex Pistols, passando alle composizioni più recenti con i Philistines.

Glen non rappresenta che una delle tante personalità musicali appartenenti a questo genere che Pordenone continua a richiamare, rinominandosi di fatto come avamposto principale della cultura post punk in Italia.

E ciò a più di 30 anni dal “The Great Complotto”, nome della prima compilation post-punk che raccolse le prime band pordenonesi e che diede poi il nome all’intero movimento artistico giovanile nato in quegli anni sotto l’influsso di questo genere musicale.

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