Il piano di rilancio di Latterie Friulane

Parla il dg Odorico: pronti a trattare con i sindacati, ma va ridotto per forza il personale. Troppi conferitori hanno lasciato

CAMPOFORMIDO. Dopo la brusca interruzione prenatalizia della trattativa e lo sciopero che ha portato in strada le maestranze, i vertici di Latterie friulane e il sindacato sono pronti a riprendere, domani, le fila della discussione. In ballo ci sono il futuro della più grande “azienda” lattiero-casearia regionale e di ben 69 posti di lavoro.

Due variabili strettamente legate, visto che il Consorzio cooperativo Latterie Friulane conta di superare la difficile situazione in cui versa anzitutto con una corposa riduzione del personale, cui nel 2013 si accompagneranno però investimenti per poco meno di 6 milioni. Parola del direttore generale del Cclf, Franco Odorico, che alla vigilia dell’importante vertice sindacale ci ha illustrato la situazione.

Soci

Odorico non fa mistero del principale problema che Latterie deve affrontare oggi, vale a dire la costante emorragia di soci conferitori. Attratti, in qualche caso, da business più redditizi come l’energia, ma in generale provati da eccessivi costi d’impresa e dal basso prezzo del latte – per un litro Lf paga ai soci appena 38 centesimi a fronte dei 42-43 della provincia di Verona –, molti hanno deciso di uscire da Latterie comportando così, anno dopo anno, una riduzione del latte conferito.

«Se nel 1996 Lf lavorava 100 milioni di litri di latte l’anno – racconta Odorico – nel 2011 i litri sono scesi a 75 milioni, per passare ai soli 69 del 2012». In 15 anni il latte lavorato si è dunque ridotto del 31%, una quota importante «cui però – sottolinea il direttore – non è seguita una riorganizzazione della struttura produttiva e un decremento dei costi».

La coop Cometa

A proposito di soci fuoriusciti, le prospettive per il 2013 non sono delle migliori. In cima ai pensieri di Latterie c’è Cometa, la coop di Spilimbergo assorbita nel 2001, il cui futuro è dei più incerti. Se nel piano di riorganizzazione messo a punto dai vertici del sito produttivo di Campoformido si prevede un azzeramento dell’attuale produzione di Montasio a Spilimbergo – «perché non possiamo più permetterci una duplicazione di produzione», spiega Odorico –, i soci della coop spilimberghese paiono pensarla diversamente. Tanto che nell’assemblea riunita lo scorso 23 dicembre pare abbiano votato a maggioranza l’uscita dal Lf. Un forfait che, dovesse realizzarsi, comporterebbe un grave colpo per Latterie, visto che Cometa garantisce ben il 29% del latte annuo lavorato a Campoformido.

Il deficit

Ad inasprire il quadro s’inserisce poi la chiusura, in negativo, del bilancio 2012 di Lf che registra un passivo di 1,8 milioni. Il buco dovrà essere naturalmente ripianato, o attingendo alla riserva di bilancio o al capitale sociale, ma affinché una simile situazione non si verifichi nuovamente, per Odorico è giunto il tempo di correre ai ripari e porre in essere una serie di misure atte alla ristrutturazione della cooperativa. Misure che parlano (purtroppo) di un drastico taglio di posti di lavoro, ma fortunatamente anche d’investimenti.

Esuberi.

Complessivamente gli esuberi stimati dalla Coop sono 69 di cui 30 a Spilimbergo, 17 nella linea di produzione di stracchino (già inattiva), 11 nei trasporti, 10 nei depositi esterni e 1 in ambito amministrativo. Chiarita la necessità di operare una stretta al personale, Odorico si dice pronto a trattare con il sindacato a proposito delle eccedenze e a trovare tutte le soluzioni utili, a partire dal ricorso agli ammortizzatori sociali, per attutire il colpo.

«Dobbiamo per forza ridurre il personale – conclude –. Purtroppo la struttura di oggi è troppo pesante per gli attuali volumi produttivi. È ancora tarata sulle necessità di 10 anni fa, che non corrispondono più all’attuale situazione del consorzio».

Piano di rilancio

Investendo su nuovi macchinari e comprimendo il numero dei dipendenti, Lf dovrebbe in breve tempo riprendere quota. Odorico scorre con lo sguardo le proiezioni dei bilanci futuri. «Dai 63 milioni di ricavi del 2012 si dovrebbe passare, prudenzialmente, già a 67 nel 2013 e a 70 nel 2014. Un aumento che comporterà, di pari passo, una migliore remunerazione per i 240 soci conferitori: se oggi percepiscono 38 centesimi per un litro di latte, nel 2014 dovrebbero già poter contare su 42,5 centesimi per arrivare a 45 negli anni successivi».

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