Il parroco: questa città non pensi solo ai consumi

Codroipo, il messaggio del Consiglio pastorale rivolto dalle pagine del bollettino Monsignor Bettuzzi: serve una riflessione sia da parte nostra sia delle istituzioni
ANTEPRIMA Codroipo 22-11-2009 don ivan consegna chiavi chiesa e tabernacolo
ANTEPRIMA Codroipo 22-11-2009 don ivan consegna chiavi chiesa e tabernacolo

CODROIPO

Una città un po’ diffidente di fronte alle novità. Una città che deve avere più consapevolezza della propria identità. Questo è il messaggio che il Consiglio Pastorale ha rivolto, dalle pagine del proprio bollettino “Insieme”, alla popolazione codroipese e alle istituzioni locali. Invitando entrambe ad iniziare un cammino che abbia come meta finale la crescita integrale della città stessa. E offrendo indirettamente ad amministratori e singoli cittadini la disponibilità a collaborare per la realizzazione di un obiettivo comune in cui credere e da portare avanti per ridare nuovo vigore al territorio. «Immaginiamo la parrocchia come una grande casa - si legge - che non è isolata ma è una “casa tra le case” e assieme ad essa disegna il volto della città. Una città che come la parrocchia fatica a rinnovarsi, rallentata da una certa resistenza al cambiamento e che non sempre sente la necessità di guardare lontano».

Codroipo in generale e la parrocchia in particolare, «faticano a sentire la necessità di una trasformazione – continua – tanto che anche i giovani stessi sovente hanno paura del nuovo». Un’identità quella della “capitale” del Medio Friuli, molto ricca ma che, come riferito anche da monsignor Ivan Bettuzzi, «si sente più rassicurata nella riproposizione delle attività già testate ed entrate a far parte della tradizione». «E’ necessaria - dice il parroco - una riflessione approfondita che renda ogni dimensione della composita realtà sociale consapevole della necessità di individuare la direzione, necessaria ad una crescita comune». Una riflessione che dovrebbe riguardare diversi temi. In primis quello dell’accoglienza, capace di «generare un rinnovato respiro all’interno della comunità parrocchiale», nei confronti della persona per quello che è, soprattutto se povera o danneggiata, o il tema dell’immigrazione, della scuola ma anche dell’economia e del lavoro. L’appello, quindi, è a una riflessione estesa, ad una spinta innovatrice, che permettano a Codroipo di sviluppare e rendere concrete tutte le sue numerose potenzialità. Il rischio, del resto, è quello che la comunità si trasformi in un contenitore di singoli eventi che non dialogano fra di loro e anche le iniziative più importanti possono ridursi a semplici «eventi di consumo». È su queste basi, che si basa il lavoro che verrà svolto dalla Parrocchia nel corso dell’anno, un lavoro di rete, portato avanti nei gruppi e «avviando una stretta collaborazione con tutti quelli che hanno a cuore la crescita della loro città».

Viviana Zamarian

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto