Il paese che parla Po našin, dialetto a “modo nostro”
Niente friulano. Il dialetto principale che si parla a Lusevera è di origine slovena, i residenti lo chiamano Po našin che in italiano si traduce “a modo nostro”, quasi a rimarcare l’unicità del piccolo comune che si trova al confine con la Slovenia, a due passi da Caporetto. Nel sito del Comune di Lusevera si legge infatti che «l’Alta Val Torre è abitata da un’antica comunità che mantiene un’identità etnica, linguistica e culturale ancora oggi fortemente radicata nel tessuto sociale. Tale identità è in primo luogo rappresentata dal dialetto sloveno del Torre, miracolosamente sopravvissuto fino ai giorni nostri. Si tratta di un mondo esclusivo, ricco di peculiari tradizioni e assai diverso da quello della pianura, pur trovandosi a soli 25 km dal capoluogo friulano». Un mondo a parte insomma, ricco di peculiarità culturali e anche naturali. Lusevera (Bardo in sloveno, Lusèvare in friulano) è infatti circondato per buona parte dal Parco naturale delle Prealpi Giulie. La principale attrazione turistica naturalistica è «il sistema ipogeo delle Grotte di Villanova che si dirama in un’infinita ragnatela di grotte e cavità». Un’altra peculiarità è data dalla frazione di Musi (le altre sono Cesariis, Micottis, Pers, Pradielis, Vedronza, Villanova delle Grotte) una delle località più piovose d’Italia con ben 3.300 millimetri di precipitazioni medie annue (ma nel 2014 l’Osmer ha rilevato ben 5.400 millimetri di pioggia). Anche per quello forse gli abitanti sono in calo costante negli ultimi decenni. Oggi i residenti sono circa 700: per saldare il debito con la ditta che ha completato il percorso turistico delle Grotte di Villanova dovrebbero versare 271 ciascuno. (c.r.)
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