Il mondo della cultura perde Guido Sut

Lo scrittore aveva 79 anni. Già insegnante e direttore didattico, era uno studioso delle tradizioni friulane. Oggi il funerale

Paola Beltrame / BASILIANO

La cultura friulana perde un riferimento: è mancato, a 79 anni dopo una malattia, Guido Sut, una vita impegnata nello studio delle tradizioni popolari, che coltivava e difendeva con la ricerca, le pubblicazioni, le conferenze, la divulgazione teatrale. Risiedeva a Basiliano, dove era stato direttore didattico e attivo nelle associazioni. Oltre che uno studioso, Sut è stato una persona stimata per il contributo di idee e di giudizi, sempre con atteggiamento garbato: diceva la sua con la spontaneità di un bambino o di un vecchio saggio. Dopo gli studi magistrali, si era laureato in pedagogia all’Università di Urbino. Aveva iniziato lavorando in ferrovia a Udine, poi era stato docente elementare in Trentino e Veneto.

Rientrato in Friuli, era stato maestro a Flaibano e a Pantianicco, in seguito direttore didattico a Codroipo, Sedegliano e Basiliano, fino alla pensione. Intensa l’attività di ricerca storica, confluita in pubblicazioni sui paesi del Comune: sua la storia di Basagliapenta “Basilica picta”, di Orgnano “Castrum Orgnani”, Basiliano “Praedium Pacilianum”, di Blessano e Vissandone. I vissuti del popolo friulano nel suo impegno di divulgatore, valorizzando la lingua friulana e le sue peculiarità grammaticali e lessicali: ha scritto sulle credenze “Striis e striaments”, sulla religiosità popolare “Pater Noster Pitinin”, “Miôr che si podeve”, “Diu ce che o vin passât”, sulla guerra. Importanti editori hanno accolto nelle loro collezioni altri scritti di Sut, da Campanotto a Biblioteca dell’immagine, La grame, Kappa Vu, Chiandetti. Per quest’ultimo ha contribuito alla raccolta Miti Fiabe Leggende del Friuli Storico, patrimonio di credenze popolari preziosissime perché scomparse con i testimoni allora interpellati.

A Basiliano, Sut ha fondato e animato le compagnie teatrali I baracons e I viandants, e anchee l’associazione Uac (Unione artistica culturale); ha collaborato con l’Ana, con l’Ado, è stato docente e presidente dell’Università della terza età di Basiliano (onorario), dell’Ute di Rivignano e dell’associazione Achille Tellini di Manzano. Fitta anche la partecipazione a rubriche televisive su contenuti storici e della vita popolare. Nonostante le sofferenze che hanno reso difficili i suoi ultimi giorni, ha continuato a studiare e scrivere: stava curando un libro sulla cultura alimentare in Friuli.

Lascia la moglie Doris D’Antoni, sempre al suo fianco anche nelle iniziative culturali, la figlia Cinzia, dipendente regionale, i fratelli Tarcisio e Miria di Basiliano e altri parenti. L’addio oggi alle 10 in chiesa.

Il ricordo del sindaco, Marco Del Negro: «Ha dato alla comunità quanto di più prezioso possa esserci: la conoscenza e consapevolezza di sé. Costantemente impegnato nello studio, nella ricerca e nell’educazione del prossimo. Conserverò con affetto i suoi consigli e progetti. Il suo essere maestro senza porsi come tale è la misura della persona che è stata. A titolo personale e a nome delle comunità di Basiliano il mio più affettuoso e riconoscente saluto». —

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