«Il Mercatone Uno a un compratore affidabile»

sacile. «Stiamo lavorando a una soluzione solida per il Mercatone Uno con il ministro Stefano Patuanelli per rendere il dovuto a lavoratori e fornitori».
Luca Sut, deputato pordenonese Ms5, era al tavolo aperto sulla crisi del Gruppo Mercatone, ieri pomeriggio, al ministero dello Sviluppo economico. «Non affideremo Mercatone Uno a un acquirente che non riterremo più che affidabile – ha promesso Sut che è nella commissione attività produttive alla Camera –. Continuo a impegnarmi per via parlamentare, come nei scorsi mesi, per i negozi di Sacile, Monfalcone, Reana del Rojale».
Confronto aperto per ore, ieri, con i sindacati di categoria: il 31 ottobre scadrà il bando di vendita del gruppo e 27 lavoratori a Sacile sono con il fiato sospeso. Le offerte vincolanti per l’acquisto dell’intero o di parte del perimetro del compendio aziendale potrebbero essere una trentina. La previsione sulle operazioni di cessione è quella che dovranno chiudersi entro il 31 dicembre.
«Dagli inventari è emerso che abbiamo circa 20 milioni di euro di merce a terra nei 55 negozio Mercatone – è il dettaglio offerto dei sindacalisti Uil-Tucs al tavolo della vertenza –. Sono una trentina i soggetti nazionali ed esteri interessati al marchio: non soltanto del settore arredi, anche alimentari. C’è un interesse particolare su determinati punti vendita». Non è esclusa la vendita “a spezzatino”, anche per il negozio di Sacile.
Il nuovo vertice è stato convocato dopo il fallimento della Shernon Holding, che aveva rilevato il gruppo nel 2018. Tra gli obiettivi del summit quelli di far luce sul futuro dei tre punti vendita friulani, che davano lavoro a una settantina di dipendenti prima della crisi.
Al tavolo, oltre i sindacati nazionali di categorie Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, sono state chiamate anche le 12 Regioni in cui hanno sede i punti vendita che contano 1.860 lavoratori in cassa integrazione fino al 31 dicembre 2019. «Il tavolo ministeriale è stato sollecitato a più riprese – hanno ricordato i sindacalisti Filcams Cgil – per assicurare maggiori garanzie di trasparenza».
Il conto alla rovescia è sulla vendita: 21 giorni per trovare un nuovo titolare che dia gambe al lavoro, paghi i fornitori e clienti che hanno pagato la caparra per mobili mai consegnati (una ventina dichiarati a Sacile). «Vogliamo – dicono i cassintegrati friulani – lavoro e garanzie sul nostro futuro». –
C.B.
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