Il grazie di Pordenone alle donne della Galvani

Ieri la consegna del riconoscimento. «Hanno fatto la storia» 
Un applauso interminabile unito a una standing ovation. Nell’affollata sala consiliare del Comune di Pordenone, ieri pomeriggio, il pubblico ha salutato così le donne ex lavoratrici delle Ceramiche Galvani, protagoniste di una pagina importante della storia pordenonese, insignite del premio Vittoria Alata promosso da Fidapa di Pordenone.

Si è conclusa con un momento di commozione la cerimonia dedicata al riconoscimento ideato da Romanina Santin e giunto alla sua sesta edizione, rivolto a valorizzare il talento e il ruolo femminile di oggi e del passato nel sistema economico pordenonese. Tutta la città si è stretta intorno alle premiate: Anna Maria Camerotto, Annamaria Scialino, Novella Vivian, Rina Venturi, Mirca Pignaton, Giovanna D’Ambrosio, Maria Luisa Furlan, Ada Piccinin, Bianca De Colò, Bruna Sartor, Gina Magri, Lucia Mazzer, Luciana Piccinin, Adriana Maschio, Maria Pol, Virginia Piccinin, Letizia Giacomello, Milena Pignaton, Vilma Bisaro, Maria Pecoraro, Giovanna Squarza, Maria Antonia Polese, Franca Tassinato, Sara Zanussi. «Siamo qui in tanti oggi, per premiare delle donne che hanno fatto grande la nostra città» ha detto Giovanna Santin, presidente Fidapa Pordenone, che ha condotto i diversi momenti della cerimonia. Al suo fianco, il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, che ha incentrato il suo discorso sul tema dell’identità pordenonese che non deve dimenticare i sacrifici delle passate generazioni e, in particolare, del mondo femminile rispetto alla parità di genere in ambito lavorativo.

Dopo l’intervento di Romanina Santin, che ha ripercorso la storia del premio assegnato con cadenza biennale e ispirato ai valori fondatori di Fidapa, il giornalista Giuseppe Ragogna, vicedirettore del Messaggero Veneto, ha tracciato la storia delle Ceramiche Galvani con un’intensa riflessione sulla Pordenone di oggi. Ragogna ha ricordato le doti di molti capitani di impresa pordenonesi, straordinarie personalità, pionieri dell’economia, guidati da «tempeste di idee, con pensieri lunghi, spinti anche da sogni e utopie».

In questo contesto, si è sviluppata l’azienda nata con Giuseppe Carlo Galvani nel 1811, nell’ex monastero di proprietà di famiglia fuori la porta della Bossina, con la fornace allestita nell’abside dell’ex chiesetta dedicata a Sant’Antonio. Oggi sulle fondamenta abbattute della Galvani, sorge il Centro direzionale, conosciuto come Bronx, una distesa di cemento scollegata con l’anima di Pordenone che ancora oggi suscita diversi interrogativi sulle sua permanenza.

Infine, con le parole del grande imprenditore Lino Zanussi, espresse poco prima della sua morte nel 1968, legate al significato di futuro, Ragogna affida l’invito rivolto a Pordenone a guardare avanti. La cerimonia quindi è proseguita con la premiazione delle lavoratrici accumunate dalla consapevolezza di avere vissuto anni durissimi ma contraddistinti dalla volontà di cambiare la propria vita.

Numerose le autorità presenti, fra cui la prefetta Maria Rosaria Laganà, il presidente dell’Ascom provinciale, Alberto Marchiori, la presidente della Commissione regionale delle Pari Opportunità, Anna Maria Poggioli, la presidente distrettuale Fidapa, Dora Paronuzzi, il presidente del Consorzio Turismo, Sergio Lucchetta e il presidente della Scuola del Mosaico di Spilimbergo, Stefano Lovison con il direttore Gian Piero Brovedani oltre a diversi assessori, fra i quali Guglielmina Cucci e Pietro Tropeano. Il Premio, che si avvale della collaborazione della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo e del contributo della Banca FriulAdria-Crédite Agricole, riguardava una sezione giovani finalizzata a stimolare la preparazione professionale di una giovane allieva della Scuola Mosaicisti. A questo proposito, prima è giunta Denis Tonon, autrice del bozzetto realizzato come mosaico dalla stessa scuola e posizionato in città, seconda Francesca Cafarelli e terza a pari merito Vera Belikova e Noemi Silvierio.

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