Il Giro d’Italia si presenta. Sil palco il meglio dello sport

CORDENONS. Inizia oggi alle 20.30, al centro Moro, il conto alla rovescia per l’arrivo in Friuli del 96° Giro di Italia. Una serata a ingresso libero, voluta dal comitato organizzatore locale,...
Udine 14 Dicembre 2012. Telethon 2012. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi
Udine 14 Dicembre 2012. Telethon 2012. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press / Diego Petrussi

CORDENONS. Inizia oggi alle 20.30, al centro Moro, il conto alla rovescia per l’arrivo in Friuli del 96° Giro di Italia. Una serata a ingresso libero, voluta dal comitato organizzatore locale, presieduto da Enzo Cainero, nell’auditorium di via Traversagna per presentare le due tappe in Friuli Venezia Giulia della corsa “rosa”: la 10ª Cordenons-Altopiano del Montasio e l’11ª Tarvisio (Cave del Predil)-Vajont (Erto e Casso). Ma i veri protagonisti di questa sera saranno gli atleti, ciclisti e non soltanto. Sarà infatti l’occasione per celebrare e premiare lo sport della provincia di Pordenone, a partire da compianto Ugo Caon, fondatore del Giro del Friuli per professionisti. Sul palco a ritirare il premio, che sarà consegnato dal direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni, sarà la figlia Fernanda Caon. Si aprirà così la carrellata degli atleti del firmamento locale, come i due medagliati paralimpici Pamela Pezzutto e Michele Pittacolo, gli alfieri principi dello sport di Pordenone, quali Alessia Trost, Enrico Gasparotto, e l’esploratore Michele Pontrandolfo. Non potrà mancare tra loro naturalmente Daniele Molmenti, l’oro olimpico nel kayak lo scorso agosto a Londra. «Ringrazio Cainero perché da sempre – dice l’atleta - è vicino allo sport e al nostro territorio».

Il premio è sentito da Molmenti per due motivi. Per la fatica e i sacrifici che accomunano due discipline sportive come la canoa e le due ruote: «Sono sport di fatica, dove il risultato non è casuale, ma determinato dall’impegno vero e dal rinunciare al futile della vita per concentrarsi sull’obiettivo», dice l’atleta di Torre. E soprattutto perché quest’anno una tappa del Giro d’Italia arriva a Erto, a pochi passi dalla diga del Vajont, nel 50° della tragedia. «Sono legato a Erto da forti sentimenti – fa sapere il campione olimpico della Forestale –. La tragedia del Vajont non deve essere dimenticata, e portare un evento come il Giro nei nostri territori deve essere anche l’occasione per ricordare i nostri valori e la storia passata». Sul palco del Moro, infine, anche i cordenonesi Maurizio Bidinost, Anna Fenos e la presidente regionale del Comitato paralimpico, Marinella D’Ambrosio. (mi.bi.)

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